Le locomotive a vapore a scartamento ridotto del gruppo R301 (inizialmente Gruppo 30) vennero costruite in 33 esemplari. Le prime 11 unità furono realizzate dall’azienda Costruzione Meccaniche di Saranno nel 1912, mentre le successive 22 locomotive uscirono dagli stabilimenti O.M di Saranno, dalle Officine Meccaniche di Milano, dalla Breda e dall’Ansaldo tra il 1913 e il 1914. Il rodiggio di queste macchine era il 1’C , scelto dopo i risultati deludenti del rodiggio a aderenza totale applicato sulle R.401. Le R.301 beneficiarono invece (come molte loco a scartamento normale) del cosiddetto “carrello italiano”, ovvero l’asse portante anteriore venne collegato al primo degli assi accoppiati; ciò, come noto, permetteva di ridurre il passo rigido. Nel caso delle R301 esso venne portato a soli 2500 mm, ciò voleva dire una più facile iscrizione in curve anche a stretto raggio e portava come beneficio il minor consumo dei bordini e del binario e, in generale, una marcia più regolare.

Queste graziose e compatte locotender erano a vapore saturo, avevano una potenza di 320 cv (235 kW), e possedevano una distribuzione tipo Walschaerts. Erano lunghe complessivamente 7428 mm, il loro peso era di 36 ton. e le ruote motrici possedevano un diametro di 950 mm (per la portante invece si scendeva a 700 mm); la velocità massima raggiungibile era di 50 km/h ed erano equipaggiate con freno a vuoto tipo Hardy. Le R301 risultarono essere locomotive semplici ed affidabili e in linea diedero un indubbio incremento prestazionale rispetto alle macchine prima realizzate per lo scartamento ridotto siculo: riuscivano infatti a trainare convogli da 90 ton. su salite del 25‰ a 20 km/h.  Visto le notevoli prestazioni  ben 17 unità furono trasferite in Somalia, Libia e Eritrea, dove hanno prestato servizio fino al secondo dopoguerra. In Sicilia invece vennero utilizzate fin da subito con i convogli merci e al traino dei treni cantiere per la costruzione delle linee. Eppure, nonostante le ottime caratteristiche di queste vaporiere, la carriera del gruppo fu comunque breve, anche per via dell’immissione in servizio delle R.302, versione a vapore surriscaldato delle “progenitrici” R301: queste macchine furono impiegate lungo le linee sicule fino alla fine degli anni ’60 (anche se gli accantonamenti iniziarono ben prima, già intorno agli anni ’50). L’ultima R.301 - di preciso la 027 - spense il forno nel 1971, a Castelvetrano.

Ad oggi risultano esistenti solo due esemplari (non si hanno infatti più notizie delle macchine finite in Africa e le diamo come perdute):

  • R301.002, esposta in perfette condizioni estetiche al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano
  • R301.027 , presso il Museo Militaria di Marsala e miracolosamente ancora in piedi nonostante il pessimo stato di conservazione (vedi il nostro articolo sulla singola unità cliccando qui).