In questo articolo introduciamo un importante aspetto riguardante la circolazione ferroviaria: i segnali annessi ai treni. Nei primi decenni del secolo scorso l’utilizzo del telegrafo (e, più tardi, del telefono) sulle linee secondarie era poco diffuso, l’unico modo dunque per segnalare al personale lungo la linea (ad es. i casellanti) varie situazioni di potenziale pericolo, come la presenza di convogli supplementari rispetto a quelli previsti o l'occupazione del binario, era dotare i treni in transito di tabelle o fanali posti sulla testa o sulla fine convoglio; ad esempio, i treni normalmente in orario presentavano  dei segnali visibili sul rotabile posto in coda che indicavano, con la loro presenza, che il convoglio non si era spezzato in linea e che quindi la tratta era libera.

Iniziamo oggi a parlare del Regolamento d’Esercizio per le ferrovie secondarie a scartamento ridotto della Sicilia, regolamento del 1925. Partiamo ovviamente dall’articolo “1” che norma le prescrizioni sui segnali a mano. Questi fanno parte dei cosiddetti segnali ottici e hanno significati diversi a seconda della loro posizione e del loro colore, che poteva essere verde o rosso: il verde indicava il rallentamento, il rosso l’arresto.
Più in particolare l'art. "1" descrive l'uso dei segnali a mano, i quali venivano adoperati per annunciare quattro diverse situazioni (per ingrandire l’immagine cliccaci sopra):