Ed ecco un gran bell'articolo scritto dal nostro socio Giuseppe Santangelo, amante e conoscitore delle RALn 60, che, insieme all'aiuto e ai consigli del "decano" Piero Ingoglia e di Ellis Barazzuol, ci spiega nel dettaglio (nonostante la giovane età gli abbia precluso la gioia di vedere circolare dal vivo le simpatiche automotrici) come guidare queste macchine. Con l'ausilio di una foto con didascalie, ripresa su una delle "superstiti" di Castelvetrano, vi invitiamo a sedervi nel predellino del secondo agente e di gustarvi l'avviamento! Buona lettura


La guida delle automotrici a scartamento ridotto RALn60 era abbastanza semplice, sopratutto grazie all'introduzione del cambio sincronizzato che ha facilitato di molto il lavoro del macchinista rispetto ai mezzi termici conosciuti fino alla fine degli anni '50. Cercherò di spiegarvi come avviare e far camminare questi mezzi dicendovi dove "mettere mano" sul banco. Aiutatevi a seguire le istruzioni guardando la foto con didascalie (vedi in fondo all'articolo, per incrandirla cliccateci sopra).

Da dove partiamo? Ma dall'avviamento, ovvio! Innanzitutto serve una chiave di banco: questa va inserita nell'apposito alloggio e va ruotata in verso orario o antiorario, a seconda del senso di marcia che si vuole dare.

A questo punto, nel caso in cui la macchina sia una monomotore, si procede all’accensione del propulsore; questo si avvia servendosi dell'apposito controller posto sulla sinistra del banco, in basso; Se il motore è a freddo si schiaccia il tasto dello starter o "arricchitore" (insomma… la famosa "aria" delle automobili per intenderci!), disposto in alto a sinistra, dopodiché si preme la levetta disposta sotto il controller per il suo sblocco e si ruota quest'ultimo in senso orario (portandolo sulla posizione AV), tenendolo in tale posizione per il tempo necessario ad avviare il motore. Come girar la chiavetta di accensione della macchina, va! Stessa cosa dicasi per una unità bimotore - ovvero quelle superstiti - che avranno ovviamente una seconda coppia di comandi simmetrici (controller-starter) alla destra del banco. Un'’avvertenza: accendere uno per volta i propulsori e soprattutto avviare per primo il motore più lontano dalla cabina in cui ci si trova. Ciò permetterà di percepire eventuali anomalie dei singoli propulsori. Notare che per per spegnere il motore basterà agire sempre sul controller, che, oltre alle 3 posizioni già citate (0, avviamento, spegnimento) ne riporta pure una quarta che inserisce il freno motore: un optional fornito dalla FIAT per l'uso su linee in forte pendenza.

Bene, abbiamo messo in moto la nostra RALn 60. Ora dovremmo sapere anche guidarla! Ma credo che, prima di indicarvi come mettere in movimento un'automotrice, sia più prudente innanzitutto dare delucidazioni su come fermarla! Sarei infatti un incosciente a mettervi in mano la chiave di banco se poi non sapete come rallentare al primo palo indicatore che vi trovate sulla via!
Vediamo un po' cosa abbiamo in cabina: le RALn 60 dispongono di due tipologie di freno:

- il moderabile, che agisce solo su una automotrice, qualora fossimo in composizione con altri mezzi. La condotta del moderabile Westinghouse è passante (come nelle vecchie locomotive), attraverso l'accoppiatore più piccolo dei 3 che possiamo trovare nel cavedio sulle testate (occhio al gancio basso, non vi andate ad "incornare"!);
- il continuo tipo Breda che agisce su tutto il treno.

Ovviamente, per poter usare il freno occorre che il circuito sia carico: questa operazione avviene dopo l'avvio dei propulsori, in automatico. La condotta dei freni infatti si carica da sola con l'accensione dei motori e ci mette circa trenta minuti… quindi quando preparate la macchina per la partenza, arrivate abbastanza in anticipo al deposito e munitevi di un po' di pazienza!
Una volta portato a pressione il circuito, le condotte del moderabile e del continuo possono essere caricate mediante i rubinetti posti a lato del banco di guida.
Per frenare la macchina basterà infine agire sull'apposita maniglia dei freni, asportabili e poste a sinistra del banco, sotto il finestrino. Come funzionano? Semplice: il freno moderabile è appunto… moderabile! e non ha posizioni. Si usa spesso lungo linea per rallentamenti docili. Circa il freno continuo, esso consta di 5 posizioni: la posizione di marcia è la seconda, mentre per frenare bisogna portare la leva in quarta posizione per il tempo voluto e da qui in terza per mantenere la depressione appena realizzata.
Tutto chiaro? bene! Togliete allora il freno a mano (girate in senso orario quel grosso volante posto sulla destra del banco di guida), fate una prova di frenatura e se è tutto ok… la nozione più importante è imparata!
Ok, sappiamo come fermare la nostra RALn 60, ora è il momento della scuolaguida vera e propria. Vediamo di avviare questa piccola macchina sulla nostra ferrovia.
La cosa più giusta da fare è prendere confidenza con il cambio. Come accennavo all'inizio, il macchinista delle RALn 60 ha avuto semplificata la vita: queste automotrici infatti presentano un cambio sincronizzato grazie all'uso di appositi collari-sincronizzatori. Sottolineo questa peculiarità (ai tempi innovativa) perché, fino all'arrivo sui binari isolani delle nostre beniamine, le restanti automotrici italiane - le arcinote littorine - si presentavano tutte senza cambio sincronizzato: questo vuol dire che il passaggio da una marcia all'altra (superiore o inferiore) avveniva comparando ad opera del macchinista i giri del motore con quelli delle ruote (e quindi degli ingranaggi delle varie marce); per fare ciò ci si "aiutava" con i colpi di acceleratore… in pratica le vecchie automotrici abbisognavano delle famose doppiette, né più, né meno di quelle che si danno tutt'ora alle Fiat 500 anni '60-'70 che molti di noi hanno guidato o continuano a guidare!
Beh, se la cosa già di per se vi sembra un po' astrusa, immaginate di dover fare una doppietta su una macchina che presenta non uno ma ben due motori (e rispettive trasmissioni), magari in composizione con una seconda unità accesa… e capirete quanto l'arrivo del cambio sincronizzato, a parte mandare in pensione i particolari e complessi contagiri che aiutavano nella guida per le operazioni di cambio marcia, siano stati in generale salutati dai macchinisti come una rivoluzione copernicana!
Fatta questa doverosa e lodevole precisazione, vediamo di "infilare" la prima sulle RALn 60:  la preselezione delle marce, la sincronizzazione  e la chiusura delle frizione avviene agendo su due  maniglie poste una all'estrema sinistra (Combinatore di preselezione delle marce) e all'estrema destra (Combinatore di manovra) del banco di guida. Il combinatore di manovra ha 3 posizioni: MA-SY-F. Ecco la legenda:

MA = marcia innestata e frizione chiusa;
SY = sincronismo (provoca l'apertura delle frizioni ovvero l'uscita dalle marce innestate e la sincronizzazione della marcia precedentemente selezionata);
F = frizione, provoca l'innesto delle marce mantenendo le frizioni aperte;

Dopo aver ricevuto il nostro via libera agendo con la mano sinistra scegliamo con il combinatore di preselezione la 2° marcia, poi con la mano destra ruotiamo la maniglia del combinatore di manovra facendo svolgere al combinatore il seguente giro di posizioni: MA-SY-F-MA, avendo cura di sostare per un brevissimo tempo in posizione SY e poi F: non appena l'apposito segnalino del cambio dà la conferma della chiusura delle frizioni (si dispone in rosso con scritta MA in bianco) si può premere il pedale dell'acceleratore presente sotto il banco sul pavimento e… si dà gas per partire!
Ok, siamo in viaggio. Mi raccomando: 15km/h sugli scambi in uscita, orecchio per i cambi marcia,  occhio ai P.L. incustoditi e soprattutto… Guidate con prudenza e rispettatre l'orario, che a Selinunte ci aspettano i turisti!

Dedicato ad un mezzo e ad una ferrovia che stiamo cercando di riportare in vita, con l'auspicio che questo articolo divenga una lezione di guida sul campo. Abbiamo VOLUTAMENTE scelto foto dei mezzi ancora esistenti e non immagini magari più nitide per incitare non a rimpiangere ciò che è stato ma a ridare vita a quel che ancora rimane.
Giuseppe Santangelo