Da troppo tempo i numerosi appassionati dello scartamento ridotto siciliano, tra i quali i soci di Sicilia in Treno, sono in attesa di novità dal deposito di Castelvetrano, novità che sino ad un certo momento apparivano imminenti, visti alcuni interventi realizzati, anche con investimenti significativi dal punto di vista economico.
Purtroppo, il tempo che passa senza alcuna novità non sembra affatto un buon segno. Augurandosi che la azione del Gruppo FS possa riprendere con nuovo vigore, occorre ammettere, con estrema franchezza, che si è da troppi mesi - anni - in una inaccettabile situazione di stallo totale, che peraltro sta vanificando sforzi e investimenti finora prodotti su Castelvetrano.
SiT ritiene utile dunque fare il punto intellettualmente onesto della situazione. Un’analisi critica costruttiva può essere condotta mettendo in ordine cronologico i fatti degli ultimi anni, da quando cioè si è manifestata concretamente quella che è apparsa a tutti come l’avvio di una grande azione di recupero e salvaguardia dello scartamento ridotto.

Dopo un lungo lavoro preparatorio, nel gennaio 2014 viene redatta una apposita convenzione volta ad avviare i lavori di recupero del patrimonio a s.r. di Castelvetrano. Tale documento, redatto (in sinergia con i soggetti del gruppo FS direttamente coinvolti) da attuali soci di SiT, all’epoca iscritti alla Associazione Treno D.O.C. (TD), viene condiviso e siglato, oltre che da TD, da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), proprietario dell’area dell’ex Deposito Locomotive di Castelvetrano, Trenitalia Cargo, proprietario dei rotabili a scartamento ridotto, e dalla allora appena nata Fondazione FS Italiane.
Dopo tale atto formale il primo, concreto e indispensabile contributo viene dato già nel 2014 da RFI, che ristruttura la storica rimessa a due vie a scartamento ridotto, “ex Squadra Rialzo”, nonché alcuni locali attigui ad essa.
I lavori, di importo economico rilevante, si svolgono nel periodo maggio-ottobre 2014 e comprendono:

- la pulizia dell’intera area interessata adiacente ai locali;

- il dissotterramento, con utilizzo di mezzi meccanici, dei binari a s.r. in direzione del F.V. di Castelvetrano;

- il ripristino degli impianti idrico ed elettrico e dell’illuminazione esterna;

- la demolizione e ricostruzione del pavimento della rimessa ex S.R.;

- la pulitura, il restauro e la definizione di tutti i locali interessati, ovvero la rimessa a due vie (comprese le fosse di ispezione) e gran parte dei locali adiacenti, comprendenti spogliatoi e servizi igienici.
Le operazioni si concludono ad ottobre del 2014 e, grazie ad essi, si può dare avvio al restauro di alcuni preziosi rotabili a scartamento ridotto. Il primo mezzo è il Carrello 267. Sono alcuni degli attuali soci fondatori SiT, che collaborarono fattivamente durante tutto il periodo dei lavori di rifunzionalizzazione del sito prima descritti, a portare dentro la rimessa il piccolo rotabile.
L’avvio dei restauri sui veicoli vede convergere, in tempi differenti, sia squadre di volontari (tutti oggi iscritti a SiT), sia maestranze scelte dal Gruppo FS.
Varie vicissitudini portano però l’intero gruppo di volontari, attivo da oltre un anno presso il deposito di Castelvetrano, a lasciare l’associazione TD, fondando nel 2016 Sicilia in Treno; così, per tali volontari diviene impossibile continuare la attività sui mezzi a scartamento ridotto in quanto le convenzioni che regolano l’accesso al deposito e la gestione dei rotabili (tutti documenti redatti e perfezionati grazie al lavoro degli attuali soci fondatori di SiT) rimangono, come è giusto che fosse, nelle disponibilità di TD.
Il programma di restauro continua, saltuariamente, ma ora esclusivamente per merito di maestranze indicate da Fondazione FS, e soprattutto grazie all’acquisto, con fondi di Trenitalia Cargo (oggi Mercitalia), del materiale occorrente per tali lavori. Il risultato di questa attività sarà mostrato nel 2019 durante un “Porte Aperte” organizzato a Porto Empedocle. Una scelta che, come si evidenzierà nel seguito, ha prodotto parecchi interrogativi ed alcune perplessità.
Nel 2017 vengono appaltati da RFI altri interventi di ristrutturazione che pregiudicano temporaneamente l’agibilità della rimessa, per cui i lavori di restauro sui rotabili si fermano. Ciò nonostante, tutto sembra procedere nel giusto verso: nel febbraio 2017 esce un comunicato della Fondazione FS Italiane in cui si ufficializza l’impegno per lo scartamento ridotto. Il comunicato ufficiale sottolinea che Il progetto si innesta in un più grande disegno della Fondazione FS per il recupero e valorizzazione turistica delle ferrovie dismesse, nell’ambito del Disegno di Legge attualmente in discussione in Parlamento." (n.d.r.: la futura L. 128/2017)
Sembra fin qui finalmente delinearsi chiaramente una programmazione per rivalorizzare i resti dello scartamento ridotto siciliano e l’attesa dei numerosi appassionati cresce.
Vi è un chiaro impegno da parte di Fondazione FS Italiane: un ulteriore comunicato, nel maggio 2017, informa che: “Su indicazione della Fondazione FS, Rete Ferroviaria Italiana sta provvedendo a ripristinare il fascio di binari antistante la Squadra Rialzo nell'ex deposito ferroviario. I lavori sono finalizzati a garantire una corretta movimentazione dei veicoli con la previsione di permettere nuovamente il collegamento su rotaia sino al fabbricato viaggiatori.
Nuovamente grazie a RFI, si avviano interventi di ripristino del binario a scartamento ridotto all’interno del D.L. di Castelvetrano.
Nello stesso comunicato Fondazione FS informa che: “Nella ex Squadra Rialzo, già riqualificata da RFI, inoltre, è in corso il restauro di alcuni carri a scartamento ridotto a cura della Fondazione FS. I carri sono di proprietà di Mercitalia Rail, Gruppo FS Italiane, e sono tutelati dalla Soprintendenza BB.CC. della Regione Siciliana come bene culturale. RFI sta inoltre progressivamente ristrutturando alcuni fabbricati di servizio. L'intervento, oltre a salvaguardare la memoria storica della ferrovia a scartamento ridotto di questa parte della Sicilia, ha anche lo scopo di permettere la movimentazione dei carri dal deposito alla stazione di Castelvetrano per futuri eventi e mostre. (da sottolineare che alcune richieste di vincolo dei rotabili a scartamento ridotto presenti a Castelvetrano sono state redatte e firmate da attuali soci SiT).
A questo punto l’attesa degli appassionati sembra addirittura finita: si tratta soltanto di aspettare i tempi tecnici per il compimento dei lavori.
Il 2017 porta in dote la già citata L. 128/2017 sulla istituzione delle ferrovie turistiche, che riporta, all’art. 2, l’inserimento della tratta Castelvetrano-Porto Palo di Menfi tra le linee “classificate come tratte ferroviarie ad uso turistico”.
Il 2018 sembra inizialmente confermare in modo incontrovertibile questo positivo andazzo: nel mese di luglio la locomotiva diesel da manovra R212.402 viene prelevata dal sito di Castelvetrano e trasferita presso le officine RFI ONAI di Carini per la rimessa in ordine di marcia. Un fatto unanimemente indicato da tutti gli addetti al settore come “storico”, e che infatti ottiene attenzione e grandi consensi dagli appassionati.
Purtroppo, subito dopo questo trasferimento, la successione positiva di eventi si interrompe bruscamente, senza che vi siano, apparentemente, motivi.
La R212.402 viene riportata dopo soli due mesi a Castelvetrano (settembre 2018), senza che su essa si sia effettuato alcun tipo di intervento. La locomotiva, di fatto il rotabile più completo del parco a S.R., viene anzi lasciata all’esterno del piazzale, a pochi metri dalla rimessa, esposta alle intemperie per mesi, tanto da spingere SiT a denunciare la cosa con una serie di articoli, chiedendo al contempo, tramite missive inviate a tutti i soggetti interessati del Gruppo FS, di intervenire. La macchina sarà ricollocata all’interno della rimessa S.R. solo a dicembre 2018.
Anche i lavori di ristrutturazione del deposito vengono sospesi (riprenderanno a singhiozzo nel 2020, grazie all’interessamento di RFI, la azienda a cui si deve riconoscere la quasi totalità degli investimenti onerosi prodotti a Castelvetrano dal 2013). Questo stop pregiudica di conseguenza l’agibilità dei locali precedentemente risanati, rendendo infattibile la ripresa dei lavori di restauro sui rotabili.
Registrando con estrema preoccupazione tutti questi inquietanti segnali di disimpegno, forte della precedente esperienza di volontariato portata attivamente avanti fino al 2015, SiT richiede, in via ufficiale, proponendo varie formule, la possibilità di aver riconosciuto un ruolo che le permetta di riavviare fattivamente una propria opera di salvaguardia per lo scartamento ridotto. Tutte le richieste in tal senso vengono respinte o, più spesso, ignorate. Una posizione di chiusura in termini puramente logici che SiT stenta a comprendere, specie a fronte di un disimpegno degli altri attori principali, sempre più tangibile: durante la Assemblea FIFTM del novembre 2019 gli esponenti di Fondazione FS, invitati a partecipare, riferendosi a varie criticità legate alla ferrovia Castelvetrano - Porto Palo di Menfi, dichiarano che la Fondazione ha attualmente scelto di fare un passo indietro sui progetti per la rivalorizzazione dello scartamento ridotto siciliano.
Da quel momento, al di là della meritoria opera di recupero della RALn 6012, nulla più è stato fatto per lo scartamento ridotto FS.
La sensazione, purtroppo corroborata dallo stato di fatto e dalla mancanza di azioni e comunicati, è che si sia perso il filo di un recupero che aveva, ad un certo momento, assunto i connotati della concretezza, a favore di... nulla.
Significativo l’ultimo episodio in ordine temporale: il 18 marzo 2019 la locomotiva a vapore R301.027, il carro cisterna a due assi per trasporto di acqua potabile Mv 90204 e il carrello per la manutenzione delle linee 267 con sopra la draisina a pedali, vengono trasportati da Castelvetrano alla stazione di Porto Empedocle, per la manifestazione “Porte Aperte” organizzata da Fondazione FS per il giorno 24 marzo. L’esposizione di questi mezzi suscita diverse perplessità tra gli appassionati, in particolare per lo stato di conservazione della R301.027. Il successivo 5 aprile gli stessi mezzi rientrano a Castelvetrano. La R301.027, già in pessime condizioni, mostra ulteriori, evidenti segni della poca cura con cui è stata movimentata. Lo stato di deterioramento preesistente della locomotiva avrebbe certamente dovuto sconsigliare dall’eseguire qualsiasi movimentazione della stessa; non si può non constatare che sarebbe stato più produttivo e lungimirante investire eventuali somme a disposizione per garantire piuttosto la conservazione al coperto – a Castelvetrano - della macchina, tutt’oggi (luglio 2021) esposta alle intemperie e all’incuria.
Dopo marzo 2019, nessuna attività (al di fuori dei già citati lavori di RFI) ha più interessato il deposito di Castelvetrano.
Considerando le cifre investite su altri progetti e rotabili, appare oltremodo poco plausibile (se non inaccettabile) considerare portata a termine, con il posizionamento della automotrice RALn 6012 a Pietrarsa, l’opera di salvaguardia dello scartamento ridotto siciliano.

Questo il quadro - oggettivamente disarmante - dal quale bisogna al più presto (ri)partire.
Per farlo occorre dichiarare una serie di punti fondamentali:
- È un fatto che la legge 128/2017 per la istituzione delle ferrovie turistiche indichi, tra le 18 linee individuate per essere riattivate come ferrovie turistiche, la linea Castelvetrano - Porto Palo di Menfi.
- È un fatto che la Regione Siciliana abbia tutto il diritto (e il dovere), in virtù di tale legge, di pretendere la ricostruzione di una infrastruttura che ad oggi ha un valore pari a zero ma che, se riaperta, diverrebbe, grazie alla sua unicità (in termini di territorio attraversato, rotabili storici, etc.) uno degli attrattori turistici più importanti della Sicilia occidentale; anche e soprattutto avviando, tramite i propri assessorati competenti, azioni concrete, inserendo nella programmazione tale progetto di recupero infrastrutturale.
- È un fatto che il Deposito Locomotive di Castelvetrano debba essere inquadrato all’interno di questo contesto ed è altrettanto vero che esso può godere di vita propria come museo dinamico, anch’esso unico nel panorama italiano, costituendo nel contempo il primo lotto funzionale del recupero della linea.
- È un fatto che Rete Ferroviaria Italiana ha finora svolto un encomiabile e prezioso lavoro per la salvaguardia della sua proprietà: SiT esprime a tal proposito vivo apprezzamento per tale lungimirante visione e la relativa, concreta azione. Sarebbe inaccettabile rendere vani gli investimenti significativi sin qui impegnati, non concludendo i lavori previsti e parzialmente in atto in seguito all’intervenuto disimpegno di altri soggetti. Ci si aspetta che RFI intenda valorizzare, custodire, mantenere le sue proprietà, specie se altri soggetti, anche esterni al Gruppo FS, si dichiarano interessati allo scopo. RFI ha certamente anche l’autorità e l’autonomia decisionale necessari.
- È un fatto che RFI è anche chiamata a ottemperare ai doveri derivanti dai vincoli recentemente emessi dalla Soprintendenza di Trapani a tutela dell’area e dei fabbricati del deposito.
- È un fatto che il dovere di tutela è esteso anche ai rotabili a scartamento ridotto grazie ai decreti di vincolo emessi nel corso degli anni.
- È un fatto che non consentire di operare ad una associazione di volontari (anche castelvetranesi), disposti a presidiare a costo zero il sito sottraendolo al degrado in cui versa, a mantenerne il decoro, a lavorare sui rotabili, ad adoperarsi, tramite propria progettualità, per la ricerca di finanziamenti per la valorizzazione del patrimonio FS a scartamento ridotto, costituisce un vulnus di cui oggi, a distanza di 6 anni, si può tracciare un bilancio, che risulta essere certamente negativo. In sintesi, non avere volontari a presidio costante dell’area e con un ruolo riconosciuto, costituisce uno degli elementi che hanno certamente concorso allo stallo delle attività e al degrado dell’area.
- È un fatto che esiste una associazione di volontariato (TD) che sulla carta può operare nel sito anche se, a partire dal 2016, non ha più esplicitato interesse per questa attività.
- È un fatto che esiste dal 2016 una associazione (SiT) che, fin dalla sua fondazione, ha richiesto di potere operare a supporto della rinascita dello scartamento ridotto siciliano, forte della esperienza maturata dai soci già attivi sia nei lavori di restauro dei rotabili, sia nella produzione di documenti e progetti a favore della “Ferrovia di Selinunte”, condivisi tra il 2009 e il 2010 con la Direzione Trasporto Regionale Sicilia di Trenitalia per quanto riguarda il restauro dei rotabili, con il Comune di Castelvetrano nel 2011 per quanto riguarda il recupero della linea, per finire con protocollo di intesa del 29 gennaio 2014 tra Trenitalia S.p.A. - Divisione Cargo, Fondazione FS Italiane e Treno D.O.C. per avviare l’attività di recupero su 27 rotabili a scartamento ridotto presenti a Castelvetrano. Documento redatto e firmato da attuali soci di SiT.
- È un fatto che Sicilia in Treno si è fatta in passato promotrice presso le amministrazioni locali per il ripristino dello scartamento ridotto; che essa sia stata l’unica associazione locale davvero attiva su questo fronte; che tale attività sia sempre stata viziata da un mancato riconoscimento di un ruolo da parte del gruppo FS.
Questi sono i fatti.
Come scritto recentemente in altro articolo, il Recovery fund pone nuovi orizzonti che dovranno essere richiesti e attuati in primis dal Governo della Regione Siciliana.
Ma quel che occorre oggi è un piano a breve termine mirato al sito di Castelvetrano e ai mezzi ivi accantonati, in quanto si rischia di disperdere quanto di buono è stato fatto da RFI e i relativi investimenti. Occorre terminare le ristrutturazioni in modo che si renda agibile nuovamente il sito.
L’attuale disimpegno dei vari soggetti aventi un ruolo a Castelvetrano è purtroppo accompagnato, da parte dei molti appassionati che seguono queste vicende, dalla sensazione, più che spiacevole, che alla scelta di “non fare” sia associato, come più o meno involontaria conseguenza, il “non lasciare fare”. Dando per scontato che il futuro dello scartamento ridotto sia quello dettato ineludibilmente dalla Legge 128/2017, che indica Castelvetrano come sito di recupero della linea e quindi anche dei rotabili storici, Il perdurare di questa situazione di stallo appare dunque privo di logica e prefigurerebbe delle responsabilità oggettive.
SiT confida non sia questo il caso, così come ci si augura che la azione della Fondazione FS, che tanto bene sta operando altrove, producendo investimenti significativi, impensabili fino a pochi anni fa, nel settore della salvaguardia, recupero dei beni storici FS, possa riprendere con la stessa forza vista in altre parti di Italia anche a Castelvetrano, polo ferroviario unico in tutta la nazione.
Certamente la situazione di stallo attuale rischia di gettare alle ortiche - metaforicamente e letteralmente - tutti gli sforzi e gli investimenti finora prodotti dal Gruppo FS su Castelvetrano oltre che comportare un non indifferente danno di immagine, conseguente alla mancata ottemperanza ai doveri di conservazione e tutela dei beni culturali imposti al proprietario, nonché alla mancata ottemperanza alle indicazioni di una legge nazionale, la L. 128/2017.
Questo lungo periodo di silenzio sulla situazione non giova, occorre riaccendere i riflettori sullo scartamento ridotto siciliano veicolando nuovamente la attenzione di tutti i soggetti coinvolti (e con ruoli di responsabilità) per riavviare una azione concreta di rilancio; e questo primo, lungo articolo si prefigge tale scopo.
Sicilia in Treno, come dichiarato in innumerevoli occasioni, è pronta a fare la sua parte ... se gliene verrà assegnata una, se cioè le verrà data occasione di operare, cosi come fatto (bene) in precedenza, per la salvaguardia del sito ferroviario di Castelvetrano.

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