Quel lago di Tommaso Natale non è segnalato nelle carte geografiche. Lo cerchi affannosamente nelle cartine dell’Istituto geografico Militare, quelle che sono servite a generazioni di genieri e poi a geometri e scout per apprendere sul campo la topografia, ma non lo scovi. Eppure c’è. Ed è abbastanza grande, 120 metri per 80, più grande di un campo da calcio, profondo diversi metri. Lo vedi dall’autostrada, prima della galleria di Sferracavallo e non sfugge all’occhio del satellite.

Siamo nella cava Troia, dismessa nel 1988, rientra tra i progetti di recupero e bonifica inclusi nel raddoppio del passante ferroviario di Palermo. Parte delle terre di riempimento, saranno estratte dallo scavo della galleria Notarbartolo – De Gasperi / Belgio attraverso la TBM “Marisol”.

La vecchia cava sarà dunque interamente riempita di terra e potrà essere trasformata in un’area verde. Sicuramente si dovrà evitare che essa possa trasformarsi in un’area abbandonata o in una discarica, ma ciò potrà avvenire solo se il comune in accordo con Rfi troverà una soluzione affinché questo recupero e questa bonifica non siano stati l’ennesima occasione persa.

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