Mai l'inaugurazione di un nuovo servizio viaggiatori su ferrovia aveva innescato tante critiche e accanite polemiche, come quelle viste sul web subito dopo, ma anche prima, la presentazione del collegamento Frecciabianca da Palermo a Messina, presentato il giorno 8 dicembre a Catania. Innumerevoli le critiche su tutti i social sul web, sul tempo di percorrenza da Palermo a Messina, che mettono in risalto le 4 ore e 20 minuti del Frecciabianca per collegare le due località contro le appena 2 ore e 45 minuti dei Regionali Veloci ma sulla linea tirrenica, mentre il Fracciabianca da Palermo raggiunge Messina via Catania.
Altra critica riguarda la tipologia del treno, ritenendo che il servizio Frecciabianca sia un servizio ad AV, cioè ad alta velocità. I Frecciabianca sono stati creati per offrire un servizio di qualità superiore utilizzando carrozze più confortevoli e le motrici E 414 sulle linee normali, alla massima velocità consentite da queste, cioè 200km/h. In Sicilia, penalizzata dalla attuale infrastruttura, sono utilizzate le E 464, locomotive molto versatili che consentono di raggiungere agevolmente la massima velocità ammessa attualmente sulle linee isolane. Nessun commento, o in verità pochissimi, hanno messo in risalto la vera e reale funzione del Frecciabianca siciliano e il perché di questo servizio, messo in atto e richiesto a Trenitalia non dal Governo Regionale ma dal Ministero delle Infrastrutture e dai vertici FS, al di fuori del contratto regionale: il notevole risparmio di tempo tra capoluoghi di Provincia siciliani.
Infatti, con il servizio Frecciabianca Caltanissetta è ora collegata con Messina in 2 ore e 40 minuti, contro le 3 ore e 40 minuti dei Regionali; Enna è collegata con Messina in 2 ore e 20 minuti contro le oltre 3 ore con i Regionali.
Forse la vera critica, ben più costruttiva, doveva essere indirizzata verso un'altra direzione, verso la scelta della stazione di partenza. Il nuovo servizio, infatti, potrebbe raccogliere un notevole bacino di utenza, specialmente turistica, se oltre alle città di Caltanissetta e Enna potesse servire i passeggeri e turisti della provincia di Agrigento, fino a oggi marginalizzata e penalizzata nei collegamenti ferroviari con il continente. Appare invece evidentemente superfluo l’ulteriore collegamento da Palermo per Catania, già ampiamente coperto dai Regionali veloci, peraltro con ugual tempo di percorrenza.
Un attestamento del nuovo servizio Frecciabianca ad Agrigento, potrebbe avere un maggiore successo commerciale e turistico per coloro che vogliono visitare questa provincia. Andrebbe però eliminata una criticità presente nella linea e cioè la fermata nella stazione di Canicattì, dove convergono le linee da Agrigento, da Caltanissetta e da Licata. Essa è inevitabile a causa dell’arrivo in stazione della linea da Agrigento in direzione Licata, circostanza che rende necessaria l’inversione del senso di marcia. La soluzione sarebbe il ripristino della bretella di collegamento diretto, bypassando la stazione di Canicattì, della linea da Agrigento con la linea verso Caltanissetta. La sede della bretella che in passato permetteva di collegare direttamente Agrigento con Caltanissetta è ancora visibile su Google (vedi immagine).
Si otterrebbe così anche il vantaggio di spostare la fermata del Frecciabianca da Caltanissetta Xirbi a Caltanissetta C.le, essendo questa stazione in linea provenendo da Agrigento in direzione Catania.
Per servizi più veloci da Palermo e Siracusa invece, come in effetti previsto in futuro da Trenitalia, è auspicabile l’impiego di mini Frecciarossa, cioè composizioni politensione a potenza distribuita derivati da Etr della flotta Alta Velocità. Questi convogli nella Penisola viaggerebbero uniti fino a Villa S. Giovanni, da dove traghetterebbero autonomamente alimentati da batterie. Su alcune tratte della linea tirrenica, da Messina a Patti ma anche da Castelbuono a Fiumetorto una volta terminati i lavori in corso, grazie alla prevista futura estensione generalizzata del sistema ERTMS, i mini Frecciarossa potrebbero anche andare a 200 km/h.