Il tratto è quello inquadrato nell’immagine satellitare allegata (immagine n° 1 – GoogleMaps), compreso tra via Dante e via Sammartino. In effetti, all’epoca della costruzione del raccordo ancora non esistevano né la via Dante né la via Sammartino. In proposito si veda la planimetria di progetto (immagine n° 2) a corredo dell’articolo sulla storia della linea “Linea Palermo C.le - Porto: le origini” pubblicato il 3 novembre 2016.
La linea era in trincea, passava sotto l’attuale via Brunetto Latini (all’epoca via Malaspina) e in un varco nella cortina di fabbricati esistenti, e proseguiva verso la via Libertà (immagine n° 3). Sin dall’inizio fu realizzato il ponticello a servizio del villino Visconti.
Ricordiamo, come è evidenziato nell’articolo pubblicato il 1° novembre 2016, che la linea di raccordo con il porto di Palermo fu realizzata, a partire dallo scambio di diramazione per la linea per Trapani (bivio Madonna dell’Orto) e sino quasi alla via Ximenes, in trincea. Le intersezioni con la viabilità cittadina, che all’epoca della costruzione (1871-74) non era ancora completamente sviluppata, furono risolte quindi con dei cavalcavia, cioè con dei ponticelli in muratura sotto i quali passava la linea.
Quando lungo la fascia interessata dalla linea venne realizzata la viabilità attuale, dopo la Esposizione Nazionale del 1891-92, la trincea ferroviaria interferì, tra l’altro, con via Dante e con via Sammartino, tra loro ortogonali. Il ponticello originariamente a servizio del villino Visconti fu inglobato nel ponticello della via Dante e fu costruito il ponticello di via Sammartino.
L’attuale accesso del villino Visconti è su via Dante, subito dopo l'incrocio con via Sammartino, ed è ripreso nella immagine n° 4 (Google StreetView).
Nella immagine n° 5, gentilmente concessa da Pietro Ales, è illustrato il rapporto planimetrico tra il tracciato della trincea e l’area dell’esposizione prima ricordata.
Nel 1957 l’originario raccordo al porto di Palermo fu chiuso al traffico. Nei successivi anni la trincea, abbandonata all’incuria, è stata oggetto di scarichi abusivi di sfabbricidi. Spesso, dopo le piogge, parte della materiale accumulatosi disordinatamente smottava, riversandosi all'interno dello spazio residuo sotto i ponticelli, aprendo così un varco sotto gli archi e rendendoli più visibili.
Le foto n° 6, n° 7 e n° 8 (Pietro Ales), testimoniano lo stato del ponticello di via Sammartino in seguito al periodo di abbandono della trincea, ma con le luci ancora libere. Si riferiscono rispettivamente le prime due al lato Stazione Centrale e la terza al lato Porto. Sul parapetto originario è ancora presente il muro che fu realizzato probabilmente per motivi di sicurezza.
Si noti la differenza di quota, compensata da una ripida e lunga scala, tra il piano stradale ed il camminamento che demarca la testa dei muri di contenimento della trincea. Si comprende così che all’epoca della urbanizzazione di quello che fu il “Firriato di Villafranca” le strade furono realizzate in rilevato. In questo modo fu facile superare la trincea ferroviaria, che costituiva un ostacolo rilevante, e magari fu riutilizzato il materiale scavato per realizzare gli edifici, eliminando il problema del suo smaltimento. In effetti, in questa zona di Palermo, tuttora contrassegnata da palazzi dei primi anni del ’900 architettonicamente molto apprezzabili, tali edifici sono tutti dotati di piani seminterrati e si rinvengono cortili interni anche a quota inferiore a quella stradale.
La situazione di totale abbandono perdurò sino alla prima metà degli anni '80, quando la trincea fu colmata per realizzare un giardinetto. La fascia di pertinenza della ferrovia venne infatti data in comodato dalle allora FS ad un proprietario frontista. Quando fu scaricata la terra per il colmamento rimasero visibili soltanto le parti sommitali dei due archi dei ponticelli che confinavano il tratto di trincea tra la via Sammartino e la via Dante.
Le due immagini delle foto n° 9 e n° 10 testimoniano lo stato della trincea del vecchio raccordo al porto di Palermo nella prima metà degli anni '80 nel tratto compreso tra la via Sammartino e la via Dante. Esse ci sono state cortesemente fornite dall’arch. Duccio Lenzo, che ha avuto in concessione l’area ex ferroviaria in argomento nel 1989 ed ha potuto procedere alla sua definitiva regolarizzazione e sistemazione. Si noti che dal lato di via Sammartino i detriti erano ancora in quantità limitata, mentre dal lato del villino Visconti essi occupavano quasi l’intera altezza.
Come testimonia il presidente di SiT Andrea Bernasconi, che ha abitato in un palazzo adiacente al tratto in argomento, quando fu realizzata questa sistemazione il muro sul parapetto lato stazione centrale fu rimosso.
In atto il terreno che colma la trincea è stato consolidato e finito con una pavimentazione in asfalto. L’area così ricavata risulta accessibile da un passo carrabile su via Sammartino e da un cancello ricavato interrompendo il vecchio parapetto. Le foto n° 11, n° 12 e n° 13, del socio consigliere Daniele Chiovaro, illustrano lo stato attuale.
Ancora Andrea Bernasconi ipotizza che la continuità della trincea tra il villino Visconti, sotto via Dante, sino a via Brunetto Latini sia attualmente interrotta dal palazzo all'angolo tra via Dante e via Latini, o meglio dal suo scantinato, attualmente adibito a palestra (entrata da via Dante). Curiosamente, questo palazzo ha impronta planimetrica triangolare, con i due prospetti su via Latini e via Dante ed il terzo, quello interno, che rispetta il tracciato della linea ferrata, anche se la costruzione dell’edificio è posteriore alla dismissione del raccordo.