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Il convegno sulle ferrovie turistiche che si è svolto il 12 aprile presso la Sala Parlamentino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha visto una ampia partecipazione sia della parte politica sia, soprattutto, di rappresentanti degli addetti ai lavori, con riferimento ai soggetti chiamati ad operare direttamente nel nascente settore delle ferrovie turistiche oggetto dell’incontro.
Vale la pena riportare di seguito l’elenco dei partecipanti come si legge nell’invito al convegno, moderato dal Dott. Alessandro Starnini, nella veste di rappresentante della Ferrovia Turistica della Val d'Orcia e di coordinatore del tavolo di lavoro per la redazione delle norme ANSF per le ferrovie turistiche e per il ferrociclo.

Nella prima parte della seduta sono intervenuti:
Sen. Riccardo Nencini  – Vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti;
On. Maria Iacono – Prima firmataria e promotrice della proposta di legge AC 1178 per la istituzione delle ferrovie turistiche;
On. Dorina Bianchi – Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
Sen. Laura Cantini – Relatrice al Senato della Repubblica D.D.L. AS 2670;
On. Romina Mura – Relatrice alla Camera dei Deputati P.d.L. AC 1178;
Dott.ssa Claudia Cattani – Presidente RFI;
Ing. Luigi Cantamessa – Direttore Fondazione FS Italiane;
Ing. Amedeo Gargiulo – Direttore ANSF;
Ing. Virginio Di Giambattista – Direttore Generale per il Trasporto Pubblico Locale – Responsabile di FCE;
Prof. Alberto Sgarbi – Presidente FIFTM;
Sen. Anna Donati – ex Presidente Onorario Co.Mo.Do.

Nella seconda parte è stato dato spazio agli interventi dei rappresentanti di alcune delle associazioni che hanno maturato esperienza, in alcuni casi pluridecennale, proprio nel campo delle ferrovie turistiche e della organizzazione di manifestazioni con treni storici e turistici. Hanno esposto il loro punto di vista i rappresentanti delle seguenti associazioni:
Ferrovie Turistiche Italiane (Silvio Cinquini)
Le Rotaie Molise
Ferrovie in Calabria (Francesco Lazzaro)
Associazione Ionico-Salentina Amici delle Ferrovie (Luigi Mighali)
Museo Ferroviario Piemontese (Claudio De Maria)
Museo Nazionale Trasporti (Marco Icardi)
Hanno preso la parola anche Pier Luigi Scoizzato nella qualità di consigliere della Federazione Europea delle Ferrovie Turistiche (Fedecrail) e Gianfranco Damiani, portatore di sperimentazioni ed esperienze innovative relative alla evoluzione tecnologica del ferrociclo.
Al termine un interessante intervento è stato fatto da Gabriele Bariletti, rappresentante dei comitati per la riapertura della Fano Urbino e della Civitavecchia Orte.

Considerando che sarebbe eccessivo il tentativo di riferire, anche solo sinteticamente, gli argomenti trattati in ciascun intervento, mi sembra utile, dopo una breve premessa, evidenziare i principali elementi emersi e passare quindi a qualche considerazione di carattere generale.

La premessa è che il tema del convegno era: “Ferrovie turistiche e cultura ferroviaria: un’occasione di sviluppo”. Naturalmente la occasione di sviluppo dichiarata è quella che tutti noi interessati a questo particolare settore attendiamo in relazione alla futura legge sulle ferrovie turistiche di cui anche l’Italia si doterà una volta definitivamente approvata, con il voto in Senato dopo quello unanime già ottenuto alla Camera, la proposta di legge presentata nel 2013 dall’On. Maria Iacono.

Nella prima parte, dopo il benvenuto del Vice Ministro Riccardo Nencini e la introduzione della stessa On. Maria Iacono, gli interventi di carattere generale svolti dai rappresentanti delle istituzioni e dei due rami del parlamento hanno sostanzialmente riconfermato la sensibilità che si è creata a livello politico e governativo sul tema delle ferrovie turistiche e la volontà che al più presto si arrivi alla approvazione della nuova legge.
Per quanto riguarda gli interventi tecnici, si è potuta rilevare una netta differenziazione in due categorie.
In una sono ascrivibili gli interventi come quelli del Direttore di Fondazione FS Ing. Cantamessa e  dell’Ing. Gargiulo, nei quali ha prevalso la preoccupazione di affermare che vi sono aspetti relativi all’esercizio delle future ferrovie turistiche che comunque comporteranno limitazioni analoghe a quelle che già sono imposte ai treni storici che circolano sulle linee di RFI. Pur partendo da due punti di vista diversi, di FFS e di ANSF, è parso che la conclusione sia stata comune: le ferrovie turistiche dovranno essere gestite esclusivamente da aziende ferroviarie. È stato affermato che fare viaggiare persone su un treno è cosa difficile che non può essere affidata a soggetti diversi da una azienda ferroviaria e che in caso contrario questa attività diverrebbe “insostenibile”. Questo aggettivo si presta a varie interpretazioni ma non ne è stata precisata l’accezione particolare, lasciandolo nella sua accezione generale. Non è stato chiaro se si parlasse di sostenibilità in termini puramente normativi, prendendo semplicemente atto che le norme attualmente vigenti non lo consentono, o se ci si riferisse ad una sostenibilità economica, pure rilevante ma non dirimente.
Sotto questo punto di vista, il Direttore Cantamessa ha affermato, con ironica autocritica, di avere “fallito” per non essere riuscito a fare viaggiare i treni di Fondazione tutto l’anno come avrebbe desiderato. Il motivo additato è stato lo scarso appoggio finanziario ottenuto dalle regioni: sono state infatti poche, e tra esse la nostra Sicilia, quelle che hanno destinato ai treni storici di Fondazione FS specifiche risorse, indispensabili per consentire la calendarizzazione di una attività annuale.
L’Ing. Gargiulo ha tenuto a sottolineare come gli standard di sicurezza che occorre garantire nelle ferrovie turistiche e sui treni turistici, in particolare sui treni storici, debbano essere gli stessi che sono richiesti sui treni ordinari. Non si tratta certo di una novità e di sicuro nessuno ha mai pensato di derogare ai livelli di sicurezza: si tratta soltanto di commisurare gli strumenti da adottare per garantire la sicurezza richiesta alle caratteristiche di una ferrovia turistica.

Su questo argomento si è espresso il Prof. Sgarbi, il cui intervento  rientra nella seconda categoria, di chi vede il futuro mondo delle ferrovie turistiche come radicalmente distinto dalla ferrovia come è intesa da chi la identifica con un sottoinsieme della rete ferroviaria nazionale. Sgarbi ha fatto riferimento alle diffuse esperienze europee, nelle quali non sono certo solo le aziende ferroviarie a gestire le tante ferrovie turistiche attive in certi casi da cinquanta anni. Relativamente alla sicurezza, Sgarbi ha portato l’esempio dei paesi anglosassoni, nei quali si fa riferimento ai cosiddetti “diritti del nonno”, intendendo che tutto ciò che nell’epoca passata è stato ritenuto sufficiente per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria si deve considerare tuttora sicuro se applicato in un ambito ferroviario analogo a quello dell’epoca di riferimento. In caso contrario è evidente che nessun treno storico potrà mai circolare né in un ambito ferroviario circoscritto ed isolato come sarà una ferrovia turistica, né tanto meno su una linea della rete ferroviaria nazionale aperta al traffico commerciale.
Anche l’intervento della Sen. Anna Donati è a mio parere ascrivibile alla categoria di chi tende a proiettarsi sulle novità che saranno prodotte dalla legge una volta entrata in vigore. Sotto questo punto di vista appaiono significative le prime parole pronunciate, riprendendo quanto detto dall’Ing. Cantamessa, da Donati: “Sono felice che Fondazione dichiari che le ferrovie turistiche si devono fare, meno felice che dica che le deve fare solo lei.”

Nella seconda parte del convegno, gli interventi delle associazioni si sono sviluppati principalmente su quanto è stato fatto negli anni passati, a dimostrazione della esistenza di un movimento di associazioni di volontariato presente ormai da vari decenni su tutto il territorio nazionale e quindi della presenza di enormi potenzialità che la legge sulle ferrovie turistiche potrebbe trasformare in concreti soggetti in grado di condurre ferrovie turistiche diffuse in tutta l’Italia. È mancata forse proprio in questi interventi la capacità di proiettarsi sin da ora verso questo futuro: ci si sarebbe aspettato, più che una riepilogo di cosa si è fatto, una visione di cosa si vorrà fare nascere, con una conseguente individuazione delle criticità che potrebbero presentarsi sulla base dei paletti delineati negli interventi della prima parte del convegno e delle soluzioni da attuare con la collaborazione di tutte le parti in causa. Questa poteva essere l’occasione, per le associazioni presenti, di affermare le proprie esigenze in modo che nelle fasi, successive all’approvazione della legge, di emanazione di regolamenti e decreti attuativi se ne tenga conto.
Interessante è risultato l’intervento del rappresentante dell’Associazione Ferrovie in Calabria, che ha illustrato una esperienza di ferrovia turistica che ha in effetti i connotati tipici di quella che dovrebbe essere la nuova realtà: pochi chilometri di binario, non raccordati alla rete ferroviaria nazionale, gestiti da un soggetto locale con la partecipazione diretta di una associazione no profit, strettamente legata ad un territorio con il quale dialoga.
Altrettanto interessante l’intervento di Gabriele Bariletti rappresentante dei comitati per la riapertura della Fano Urbino e della Civitavecchia Orte, linee per le quali è certamente possibile prevedere un ritorno dell’esercizio commerciale. Ma le incertezze sui tempi di un tale recupero, che quindi al momento appaiono lunghi, non devono impedire che su tali linee si possa già adesso lavorare per riportarle in vita per un esercizio a solo scopo turistico. Resterebbe da precisare se riportare in vita una linea di RFI per il solo scopo turistico comporti dotarla di tutti gli impianti e attrezzaggi di una linea adeguata al traffico commerciale, cosa che ne diminuirebbe drasticamente la fattibilità per i costi elevati che ciò richiederebbe sin dall'inizio.
Il convegno ha confermato l’impressione che, con le dovute eccezioni, anche in un ambito costituito da soggetti esperti nel settore, come quelli presenti nell’occasione, si tenda a non fare la necessaria distinzione tra ferrovia turistica e  ferrovia commerciale utilizzata per treni turistici, anche ma non soltanto con rotabili storici. Sino a quando questa distinzione non sarà netta molti aspetti che attengono l’esercizio e le caratteristiche della linea e dei rotabili tipici di una ferrovia commerciale continueranno ad essere trasferiti pari pari nelle ferrovie turistiche, con conseguenti problemi apparentemente insolubili. Ferrovie turistiche che peraltro ancora in Italia, sembra un chiarimento superfluo ma a nostro avviso è utile, non esistono.
Riportiamo nuovamente il tema del convegno: “Ferrovie turistiche e cultura ferroviaria: un’occasione di sviluppo”. Lo sviluppo che ci si aspetta è principalmente quello conseguente alla nuova legge, come ho già evidenziato. Quindi tutto ciò che è stato fatto in passato si potrebbe continuare a fare anche senza la nuova legge, al più con qualche utile ed opportuna semplificazione.
Per intenderci: la notevole attività di Fondazione FS, che dal 2013 continua a crescere con numeri in termini di presenze sui treni storici sempre più significativi, i treni turistici organizzati da FCE con la automotrice ALn 56.06, i treni storici sulla linea di Camigliatello delle Ferrovie della Calabria con la vaporiera 353 … tutte iniziative già in corso che non necessitano di una nuova legge, o comunque non in maniera sostanziale, evidentemente.
L’occasione di sviluppo del settore delle ferrovie turistiche, anche delle iniziative già esistenti, passa da una maggiore sostenibilità economica. Nel corso del convegno in qualche intervento si è accennato al peso che ha, nel testo di legge, la imposizione della invarianza finanziaria, che è stata accettata esclusivamente per non bloccare l’iter approvativo. L’aspetto finanziario è certamente rilevante per la nascita di nuove realtà, le piccole ferrovie turistiche, ma lo è anche per realtà più grandi, lo abbiamo sentito anche dal Direttore di Fondazione Ing. Cantamessa.
Una maggiore sostenibilità economica passa proprio dalla necessità di tenere nel giusto conto le caratteristiche proprie di una ferrovia turistica:

  • per l’aspetto sicurezza si faccia riferimento alle reali esigenze di una ferrovia esercita per pochi giorni l’anno e con convogli che viaggiano a velocità ridotte;
  • si tenga conto che l’esercizio prevederà la circolazione di un solo convoglio con servizio a spola, con evidenti semplificazioni (sino alla assenza) per quanto riguarda gli impianti, in linea e a bordo, di controllo della circolazione;
  • si tenga conto della effettiva, limitatissima, utilizzazione dei rotabili per quanto riguarda le scadenze manutentive, con conseguente abbattimento dei relativi costi;
  • per l’aspetto gestione si apra a soggetti anche distinti dalle aziende ferroviarie, prevedendo ovviamente la dovuta formazione degli operatori;
  • si tenga conto anche dell’esercizio con il ferrociclo quale elemento di conservazione della infrastruttura ferroviaria, anche ad integrazione dell’utilizzo ferroviario propriamente detto.

Il testo della legge sulle ferrovie turistiche approvato alla Camera e all’esame del Senato è aperto a tutto ciò. Sarà compito di chi redigerà i regolamenti attuativi fare in modo che si realizzi quanto occorre per conseguire effettivamente la sostenibilità economica, dando così il necessario impulso alla nuova offerta turistica che certamente conseguirà dalla nascita delle ferrovie turistiche in Italia.

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