Carissimi lettori,

andiamo subito alla notizia, da tutti noi di Sicilia in Treno attesa fin dalla fondazione della nostra associazione: il giorno 20 giugno 2018 la locomotiva a vapore a scartamento ridotto R301.027 è tornata, dopo quasi quarant’anni, presso il deposito di Castelvetrano, accompagnata dal carro a sponde basse Pfv 60055.

Rivederla nuovamente, dopo quasi quattro decadi, non più su un malmesso tronchino ma su binario, sul “suo” binario, pronta per essere (si spera quanto prima) ricoverata al coperto, ricevendo quindi una manovra, ci elettrizza. 

I termini usati fanno capire come sia vissuta da Sicilia in Treno questa vicenda. Come dicevamo, il C.D. di SiT era da tempo in attesa di questo lieto fine che, speriamo, segni anche l’inizio di un percorso di corretta tutela e di restauro della locomotiva (che sia conservativo o si spinga oltre, lo si vedrà nei prossimi anni); ricordiamo che la R301.027 è praticamente l’ultima unità esistente del suo gruppo (se si esclude la macchina conservata presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, differente per altro per diverse caratteristiche) ed è una delle uniche due vaporiere costruite per la rete a scartamento ridotto FS della Sicilia rimaste sull’isola.

A valle dunque di questa positiva risoluzione della questione, Sicilia in Treno ritiene necessario approfondire le vicissitudini che hanno visto protagonista la R301.027, assieme al suo “compagno di avventure”, il carro Pfv 60055, rotabile che si è dimostrato indirettamente cruciale nella svolta degli ultimi giorni. Lo facciamo avendo vissuto l’intera vicenda da spettatori ma anche da suggeritori. Un piccolo e discreto ruolo che, pensiamo, abbia contribuito a ricomporre la questione con l’odierna direzione intrapresa.

Faremo dunque un articolato excursus sulla travagliata storia di questa locomotiva (e del carro alla quale nell’ultimo periodo è stata accoppiata), un percorso che, se da un lato ha portato la macchina, lontana per decenni dal suo storico deposito di appartenenza e orfana delle linee su cui correre, a subire un grave deterioramento di tutte le sue parti, l’ha anche certamente tenuta lontana dalla fiamma ossidrica che non ha invece risparmiato tanti altri rotabili accantonati a Castelvetrano negli anni passati. 

Per conoscere i motivi, le persone e le azioni che hanno prodotto dunque un diverso destino per questa vaporiera occorre andare decisamente indietro nel tempo.

Partiamo dal 1979, ovvero pochi anni prima della chiusura dell’ultima linea a scartamento ridotto FS in Sicilia: in quell’anno l’Amministrazione Comunale di Marsala, sotto la spinta dell’allora Consigliere Comunale, avv. Silvio Forti, decide di richiedere un mezzo da poter monumentare presso il “parco giuochi” cittadino, presente presso il lungomare. 

Il 16 aprile del 1980, le FS rispondono al Consigliere Forti accogliendo tale richiesta e indicando la R301.027, già accantonata da tempo, come disponibile a tale scopo.

(Si ringrazia Stefano Pettini per aver concesso l'uso delle foto, già pubblicate sullo storico forum nazionale dedicato alle immagini ferroviarie, Photorail)

Molti tra i nostri lettori conosceranno la storia della Ferrovia Eritrea, una ferrovia a scartamento ridotto costruita durante l’occupazione italiana a partire dal 1887 e poi completata nella sua interezza nel 1928, che collegava il porto della città di Massaua alla capitale Asmara e che proseguiva il suo percorso collegando le città di Cheren e Argodat.

La linea eritrea affascina tutti gli appassionati di cultura ferroviaria, per via delle sue caratteristiche che rendono questa ferrovia di montagna un gioiello dell’ingegneria civile. La linea Massaua – Asmara copre infatti un di livello di quasi 2500 metri in 117 km nei quali si susseguono numerosi viadotti e gallerie. Il percorso che si arrampica in un paesaggio mutevole di straordinaria bellezza, è in numerosi scorci straordinariamente simile alle linee secondarie a scartamento ridotto del Sud Italia. La somiglianza poi si fa più forte considerato che i rotabili tutt’ora in circolazione lungo la linea sono, tranne qualche eccezione, tutti italiani e risalenti al periodo coloniale. Di fatto nel parco rotabile eritreo ritroviamo le uniche macchine di concezione FS a scartamento ridotto ancora in circolazione! Con delle vere e proprie chicche (come non citare le littorine in livrea coloniale o le incredibili "Mallet" italiane 440 e 442 o le simpatiche due assi gruppo 202, trainanti uno sconfinato parco di carri del tutto analogo alle poche unità rimaste e preservate a Castelvetrano).

La storia di questa linea è caratterizzata però da un periodo tormentato che ebbe inizio durante la seconda guerra mondiale e che durò fino al 1991, anno dell’indipendenza dell’Eritrea; decenni caratterizzati da un progressivo ed inserobabile declino che culminò con la dismissione del tracciato, il disarmo della linea, la perdita di molti rotabili ed il definitivo accantonamento di quelli superstiti con la conseguente cessione del servizio ferroviario.

Il socio Salvatore Leone segnala che sono stati effettuati estesi interventi di pulizia straordinaria lungo la linea tra Castelvetrano e la foce del fiume Belìce.
Le immagini, riprese dal socio Vincenzo Leonardi, testimoniano come tale pulizia abbia riportato al giusto decoro la sede ferroviaria, garantendo peraltro dal rischio che nei prossimi mesi essa possa dare luogo ad inconvenienti tipici della stagione secca.
Le prime tre immagini sono relative al tratto in rilevato in adiacenza alla via Piersanti Mattarella, al successivo tratto che costeggia l’Ospedale Vittorio Emanuele e a quello lungo la via Termini. L’ultima immagine mostra l’inizio del tratto in discesa dal “Belvedere” verso il fiume Belìce.

Il binario è lì, al suo posto … e aspetta paziente …

Riportiamo una spiacevole notizia appresa dal sito di informazione CastelvetranoSelinunte.it: a causa del forte maltempo e di rovesci violenti, il giorno 6 febbraio 2018 a Marinella di Selinunte è crollato parte del muro che delimita l’ex piazzale della Stazione. Un danno notevole, se ci considera che il muretto è centenario. Allagati anche i binari ancora in vista presso la banchina passeggeri dell'impianto. Ferrovie di Selinunte spera vivamente che il proprietario dell'area intervenga per ripristinare il prima possibile le strutture danneggiate riportandole allo stato di origine.

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Pubblichiamo uno scatto realizzato ieri 15 febbraio 2017 appena fuori il deposito di Castelvetrano. Una foto piuttosto interessante perchè, aguzzando bene la vista, si può scorgere l'inconfondibile sagoma di un... ferrociclo! Il veicolo stazionava proprio di fronte le porte della rimessa a scartamento ridotto ex S.R., che ben tutti sappiamo contenere l'attuale cantiere di restauro dei mezzi della ridotta FS.

La presenza di un velorail nell'impianto era un "rumor" degli ultimi tempi, dovuto ad alcuni "indizi" lasciati in passato sul gruppo FB di Ferrovie di Selinunte. Oggi si trova conferma. Non ci è dato conoscere altri dettagli come la provenienza o lo scartamento del ferrociclo; anche se, circa quest'ultimo particolare, la presenza in quel di Castelvetrano farebbe propondere per quello ridotto. Certo, questa bella novità non può non far tornare alla mente la PdL Iacono sulle ferrovie dismesse, attualmente in via di approvazione, e in particolare i riferimenti sull'uso dei ferrocicli in essa contenuti...

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