i Soci SiT di Castelvetrano ci segnalano che in questi giorni è avvenuta la periodica pulizia della sede ferroviaria della linea a scartamento ridotto Castelvetrano-Porto Palo di Menfi nei pressi di Selinunte, precisamente da "Belvedere" a scendere verso la Riserva Orientata della Foce del fiume Belice. Come già capitato in precedenti occasioni negli anni scorsi, questo necessario scerbamento operato da RFI sul sedime (che - lo ricordiamo - ha nuovamente vincolo di destinazione d'uso meramente ferroviario, grazie alla legge 128/2107 sulla Istituzione delle ferrovie turistiche in Italia) ha riportato nuovamente in vista il binario.
L'armamento e il sedime si presentano incredibilmente in discreto stato nonostante i 34 anni trascorsi dalla chiusura della linea e la conseguente mancata manutenzione del tracciato. Le immagini (vedi galleria fotografica in basso, scatti del socio Salvatore Leone) descrivono meglio di tante parole lo stato di conservazione e risultano, per gli appassionati, sempre emozionanti.
Tanto da spingere a riflettere, in attesa che la programmazione di RFI arrivi alla fase "3" in cui è inserito il ripristino della intera ferrovia Castelvetrano-Porto Palo di Menfi, ai possibili benefici e sviluppi che si otterrebbero se si prendesse in considerazione, già oggi, l'idea di testare il ferrociclo lungo questo tratto ancora armato e che attraversa per svariati chilometri una riserva naturale di indubbio appeal turistico. Una considerazione quasi inevitabile alla luce delle recenti novità che arrivano dalla Regione Calabria, che si appresta a diventare, dopo quanto dichiarato dal Presidente della Regione Oliverio, banco di prova pioneristico del velorail italiano; soprattutto grazie alla costante e lungimirante azione degli amici della Associazione Ferrovie in Calabria e al terreno fertile trovato all'interno dell'azienda Ferrovie della Calabria.
Certamente, se in Sicilia si disponesse già di un ferrociclo omologato (quindi costruito secondo le norme UNI recentemente emesse per la definizione degli standard di costruzione di questi rotabili), diverrebbe realistico avviare con RFI, proprietario della linea ferrata e gestore ferroviario, un dialogo atto a valutare e consentire, lungo il tratto armato interno alla Riserva della Foce del Belice, possibili azioni di testing per questo genere di veicolo, che - ribadiamo - nasce specificatamente con un carico assiale minimo, studiato apposta per armamenti leggeri e non manutenuti come nel caso delle linee chiuse all'esercizio da tempo. La sezione da "Belvedere" fino al ponte sul fiume Belice in effetti si presta bene a tal scopo, ciò grazie alle pendenze in gioco (che potrebbero far emergere ad esempio criticità e necessità di pedalata assistita), allo stato pur sempre precario, in mancanza di manutenzione, dell'armamento e del sedime, e alla totale 'assenza di traffico ferroviario e interferenze con la viabilità stradale.
Dal testing lungo questa sezione di linea si ricaverebbero dunque importanti feedback, sia riguardanti la messa a punto del ferrociclo in se, sia legate alla infrastruttura ovvero alle reali necessità manutentive del binario, a tutt'oggi non ben definite (anche se vi sono già esempi normativi esteri che danno indicazioni in tal senso e che potrebbero costituire una base di partenza sul campo). E' chiaro che tutto ciò sarebbe finalizzato allo studio dei regolamenti di esercizio e manutenzione per la gestione del velorail.
Inoltre, grazie alla ricostituzione di questo minimo traffico ferroviario lungo la tratta in questione, ne seguirebbe certamente la necessità di garantire una manutenzione costante della intera fascia di pertinenza ferroviaria e delle opere annesse (in primis quelle idrauliche), ciò per il mantenimento del decoro e delle condizioni di sicurezza da rispettare, rendendo così superflue, in futuro, le periodiche e necessarie, ad oggi, azioni di discerbamento che pur avranno dei costi.
Da notare che, qualora il soggetto testante il ferrociclo fosse un privato (o comunque diverso da RFI) e questo prendesse in carico anche gli oneri per garantire il decoro e la fruibilità della infrastruttura nel periodo di testing, i costi di una tale operazione per Rete Ferroviaria Italiana sarebbero minimali se non nulli.
Sempre in questi giorni giunge un'altra notizia interessante da Selinunte, stavolta sul piano del senso civico: apprendiamo infatti dal sito CastelvetranoSelinunte.it che giorno 24 giugno, l’Associazione Albergatori Selinunte, l’Associazione Oratorio Selinunte e tanti volontari si sono uniti per ridare dignità all’area dell' ex stazione di Marinella di Selinunte. L’iniziativa “Puliamo Selinunte” ha riscosso a quanto pare un notevole successo di partecipazione, coinvolgendo giovani e meno giovani attrezzati di scope, palette e decespugliatori e, soprattutto, di buona volontà e amor proprio per un Marinella di Selinunte che, come dichiara Paolo Masella dell’Oasi di Selinunte anche a nome dell’Associazione Albergatori “ha bisogno di interventi urgenti di solidarietà, di volontariato, di senso di appartenenza e aggregazione sociale.
L’obiettivo è stato quello di pulire, bonificare, uscire dallo stato di abbandono per migliorare la qualità della vita. Certamente un passo nella giusta direzione che nobilita le persone che si sono adoprate per un risultato che, speriamo, porti in futuro a una costante cura del piazzale della stazione di Selinunte... Rimanendo in attesa di rivedere nuovamente il binario tra le banchine, non più interrotto, proseguire nuovamente verso la foce del Belice e verso Castelvetrano, così come indicato dalla Legge Nazionale 128/2017.