Ferrovie di Selinunte vi propone una nota di approfondimento sulla scorta delle notizie recentemente diffuse circa il trasferimento - atteso da anni - della RALn 6012, attualmente monumentata a Villarosa, verso il Museo Ferroviario di Pietrarsa, vero tempio della storia delle strade ferrate italiane.

La vicenda dell’automotrice, come scritto nel titolo di questo editoriale, è assai curiosa: ultima, in ordine di numerazione, tra le 5 macchine allo stato di origine (escludendo cioè le RALn 64 FCE, che presentano trasformazioni cosi profonde da avere realizzato un nuovo gruppo) salvatesi dalla demolizione all’indomani della chiusura della ferrovia Castelvetrano-Ribera, la RALn 6012 ha atteso dal 1985, anno dell’accantonamento, insieme alle gemelle 03, 09, 10 e 11, il suo destino presso il deposito di Castelvetrano, ricoverata e, ai tempi, protetta dalle rimesse di questo storico impianto. Diversamente dalle gemelle però, la 12, a seguito di considerazioni tecniche che non ci è dato conoscere, viene scelta negli anni ’90 per essere “salvata” ed esposta  - così narrano le testimonianze raccolte di chi allora fu coinvolto nell’operazione  - presso il Museo di Pietrarsa come rotabile rappresentativo del suo gruppo. 

La macchina viene dunque restaurata l'ex Deposito Locomotive di Castelvetrano, presso un impianto non ancora del tutto dismesso, e issata su un carro appositamente realizzato per il trasporto delle RALn su rete nazionale, previo smontaggio dei carrelli; una necessità, questa, richiesta per rientrare nelle sagome limite delle linee ferrate a scartamento ordinario. Chi vi scrive, ha avuto la fortuna di ammirare nel ’98 proprio la macchina, fresca di verniciatura e pronta a partire, ricoverata all'interno della rimessa T.V. a scartamento ordinario del D.L. di Castelvetrano. Ringraziamo l'associazione Ali Ferrate e il suo presidente, Giorgio Mistretta, per averci permesso di usare due scatti che ritraggono la macchina, già trasbordata sul carro, in attesa dell'inoltro sulla rete a scartamento ordinario, dentro la rimessa poc'anzi citata.

Una prima nota singolare, che suscita domande da anni tra gli appassionati, è legata alla presenza o meno dei motori sulla 12: da notizie forniteci da persone che hanno lavorato al destino di questa unità nell'ultimo quinquennio, registriamo che la automotrice ci viene descritta priva dei due propulsori, un dettaglio che non ci è mai stato possibile verificare in loco per rispetto del perimetro della zona di monumentazione del veicolo. Data per buona questa informazione, è presumibile che già al momento del caricamento sul carro per l’invio su rete nazionale, la RALn 6012 fosse stata privata dei motori e forse delle trasmissioni (una condizione ereditata già prima dell’accantonamento?). Se così fosse, è davvero singolare che la scelta della automotrice da preservare per rappresentare l’intero gruppo RALn 60 sia caduta proprio sulla unità 12, essendovi altre 4 macchine che nel '98 presentavano motori, trasmissioni, raffreddamenti, impianti elettrici ancora in opera e perfettamente integri.

Eppure le cose vanno proprio così.

La macchina è pronta per il viaggio verso Napoli e a Pietrarsa sembra esservi un binario a doppio scartamento, vuoto, fatto apposta per ospitare il mezzo. 

Ma accade un qualcosa di inspiegabile: per motivi a noi non noti, il progetto di invio a Pietrarsa si arena e la RALn 6012 rimane di fatto a Castelvetrano per diverso tempo, senza più un preciso destino fin quando, grazie al ferroviere Primo David, che si interessa alla macchina, la situazione si sblocca e la piccola littorina prende una rotta diversa da quella originariamente prevista, venendo spedita presso la stazione di Villarosa, che vede nascere sui binari dell’ex scalo merci, dal ’95 in poi, il “Treno Museo": una sorta di spazio espositivo delle arti e dei mestieri allestito all’interno di una teoria di carri merci d’epoca; un luogo nato da una idea appunto di David, l’allora Capo Stazione di Villarosa, per salvare e rivalorizzare la “sua” amata stazione.

La macchina raggiunge Villarosa nel '98 ma per diverso tempo, prima di essere esposta sull'attuale tronchino a scartamento ridotto dove staziona tutt'oggi, a ridosso della banchina della stazione, essa è costretta a rimanere sul carro a scartamento ordinario che lo ha condotto fino a lì. Ciò a causa di un ulteriore, pessimo colpo di scena: per evidenti incomprensioni, i carrelli, smontati diverso tempo prima per permettere l’inoltro su rete nazionale, vengono inspiegabilmente demoliti! Un danno gravissimo, a cui si pone - il caso di dirlo - una pezza solo dopo tempo, recuperando dei carrelli di provenienza FCE, l’unica ferrovia a scartamento ridotto ancora attiva in Sicilia; su questi, la RALn 6012 viene così adagiata per esposizione statica.

Il futuro però è tutt’altro che roseo. E’ purtroppo notorio e riscontrabile in molte parti di Italia che i rotabili monumentati, nella maggioranza dei casi, finiscono prima o poi preda sia di atti vandalici che della semplice usura del tempo. La RALn 6012 non fa purtroppo eccezione. Vi invitiamo a comparare uno scatto realizzato nel 2001, con le recentissime immagini a corredo (vedi galleria fotografica in basso), scattate giorno 17 marzo 2019 dal socio SiT A. Pizzolato (il socio R. Nicosia ha arricchito tale galleria con una sua foto); le fotografie parlano chiaro: la macchina, nel corso degli anni, subisce infatti danneggiamenti di vario tipo, riconducibili a varie concause: da un sempre presente, ottuso vandalismo, all'inesorabile logorio del tempo, all’incuria e all’abbandono nel senso più generale del termine. È così infatti, nessuno sembra più occuparsi della piccola littorina una volta posizionata a Villarosa, una macchina che pure ha fatto la storia della ferrovia, non solo in Sicilia, ma di tutta l’Italia (fu la prima automotrice diesel in assoluto ad aver introdotto il motore a sogliola direttamente nel sotto cassa, minimizzando cosi i rumori ed eliminando il calore emesso nella cabina di guida); un oblio reso grottesco in tutta la sua evidenza da un finestrino aperto lato cabina di guida (una vera iattura data l’acqua piovana che può infiltrarsi e stagnare nell’intercapedine tra cassa e pennellatura interna), segnalato in numerose occasioni senza che si sia mai riusciti a porre rimedio ad una sciocchezza simile.

Gli anni dunque scorrono lentamente con questo, tutt’altro che esaltante, andazzo. E si arriva così a un terribile giorno del 2009, quando a Castelvetrano accade l’irreparabile (anche se non l’imprevedibile): nel marzo di quell’anno, un incendio, divampato all’interno della rimessa ex S.R. di Castelvetrano, distrugge completamente la unità 03 e danneggia la 11 (le due macchine un tempo meglio conservate). Un accadimento che avviene quasi a lugubre coronamento di un lungo periodo di totale abbandono delle quattro RALn 60 rimaste a Castelvetrano, diventate ormai preda di ruberie ed atti vandalici che producono diversi danni ai propulsori, ai sistemi di raffreddamento, agli impianti elettrico ed idraulico, alle finestrature e agli arredi.

E’ un momento davvero critico per l'intero gruppo RALn 60. 

Fortunatamente nello stesso periodo la Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, grazie anche al lavoro svolto da molti dei soci fondatori di SiT, si interessa a ciò che rimane del parco rotabile a scartamento ridotto di Castelvetrano. Iniziano da allora a venire emessi finalmente dei decreti di vincolo per trenta rotabili, tra i quali verranno comprese le automotrici accantonate a Castelvetrano, in virtù del riconoscimento del valore etnoantropologico dei veicoli. La demolizione dunque per le unità 09, 10, 11, sembra scongiurata, anche se la situazione rimane delicata: per le unità 09 e 10, accantonate all’interno della ex rimessa TD di Castelvetrano, attualmente inagibile, a tutt’oggi si attende che vengano presi provvedimento per migliorare e garantirne una corretta conservazione. Diverso il destino della 11 e della 03, quest’ultima irrimediabilmente consumata dal fuoco fino alla deformazione del telaio portante.

Eppure, anche dalle disgrazie si può cogliere del bene. La 03 infatti diviene, per ovvietà, la candidata ideale a fornire le parti mancanti alla gemella 12, che intanto “invecchia” a Villarosa, sui carrelli provvisori. La demolizione della RALn 6003 avviene nel 2017, e vengono effettivamente preservati i carrelli e un propulsore con annessa trasmissione.

E così, tra le unità 09 e 10, spogliate di molte parti “appetibili” che presentano rame o allumino, e la 11, a cui si aggiungono ad analoghe manomissioni, i danneggiamenti provocati dall’incendio del 2009 (anche se quest’ultima macchina, ricoverata all'interno della rimessa ex S.R., rifunzionalizzata da RFI nel 2014, verrà attenzionata e salvaguardata da alcuni degli attuali soci di SiT nel periodo in cui questi presteranno la propria opera volontaria all’interno del deposito di Castelvetrano, tra il 2014 e il 2015), la 12, pur con tutti gli acciacchi dovuti agli anni passati a Villarosa, diviene di fatto la RALn 60 più “completa” in molti particolari, e la meglio conservata all’esterno. La macchina, dopo quasi vent’anni, rientra così, come è giusto che sia, nelle mire degli addetti ai lavori e si inizia a ipotizzare, nuovamente, un trasferimento a Pietrarsa, per dare il corretto riconoscimento storico a questo prestigioso gruppo di automotrici italiane.

Arriviamo così alla notizia degli ultimi giorni, ovvero il futuro trasferimento verso il Museo Ferroviario di Pietrarsa, a 21 anni dalla partenza da Castelvetrano!

Una notizia davvero entusiasmamente, una vicenda certamente sbloccatasi grazie sia alle basi poste da chi ha lavorato nei recenti anni passati affinché si riaccenderessero i riflettori sul residuo parco rotabile FS a scartamento ridotto, sia grazie oggi a Fondazione FS, che evidentemente ha trovato il modo di chiudere positivamente una vicenda che possiamo considerare storica se non altro per il tempo trascorso.

E’ verosimile che i lavori di restauro estetico avverranno direttamente a Pietrarsa allestendo un cantiere temporaneo; e che la macchina sarà completata usando i carrelli donati dalla 03. Da interventi degli addetti ai lavori sul gruppo FB Ferrovie di Selinunte, a quanto pare il motore smontato sempre dalla 03 rimarrà invece a Castelvetrano. Il propulsore, pur mancante di alcune parti, è certamente preziosa fonte di ricambi. Lasciarlo a Castelvetrano apre interessanti quesiti sulle altre automotrici gemelle, finora più sfortunate della 12. SiT auspica quindi che si possa conoscere quanto prima il programma di recupero per queste storiche macchine vincolate dall'Assessorato Beni Culturali di Trapani, ribadendo anche in questo articolo aperto al pubblico quanto rimarcato a chi di dovere negli ultimi due anni, attraverso una interlocuzione secondo canali ufficiali, ovvero la disponibilità e l’interesse della Associazione a collaborare e a farsi carico, con il solo limite delle proprie disponibilità, del recupero e della salvaguardia delle tre RALn 60, a Castelvetrano, a partire proprio dalla unità 11; garantendo al contempo anche una presenza costante ed attenta presso l'ex deposito locomotive di Castelvetrano, con benefici sulla conservazione dell’area e del parco rotabili che sarebbe banale elencare.

Ritornando alla unità 12, SiT si augura che venga anche preso in considerazione il recupero del carro, ultimo del suo genere ancora esistente, accantonato sempre a Villarosa e “spacciato” un po’ impropriamente come carro militare (vedere le differenze tra le foto d'epoca e quella scattata nel marzo di quest'anno, con il rotabile che presenta una insolita livrea verde). Anche questo è un veicolo con caratteristiche uniche; un mezzo di servizio dal valore duplice, storico e logistico: potrebbe ancora servire per lo scopo per il quale è stato creato in virtù dell’esistenza di ben 4 RALn 60.

Infine, prima della partenza della 12, SiT si chiede se sarà concessa occasione di fare un rilievo generale della macchina, delle sue componenti ancora in opera, per potere, con una operazione di retroingegneria invero alla portata di alcuni professionisti attuali soci di Sicilia in Treno, ottenere nuovi disegni costruttivi per tutte quelle parti oggi mancanti e in assenza di ricambi; una operazione valida sia ai fini di una mera archiviazione di informazioni, sia per futuri e tanto auspicati interventi di ricostruzione sulle altre macchine oggi accantonate a Castelvetrano.