Carissimi lettori,

andiamo subito alla notizia, da tutti noi di Sicilia in Treno attesa fin dalla fondazione della nostra associazione: il giorno 20 giugno 2018 la locomotiva a vapore a scartamento ridotto R301.027 è tornata, dopo quasi quarant’anni, presso il deposito di Castelvetrano, accompagnata dal carro a sponde basse Pfv 60055.

Rivederla nuovamente, dopo quasi quattro decadi, non più su un malmesso tronchino ma su binario, sul “suo” binario, pronta per essere (si spera quanto prima) ricoverata al coperto, ricevendo quindi una manovra, ci elettrizza. 

I termini usati fanno capire come sia vissuta da Sicilia in Treno questa vicenda. Come dicevamo, il C.D. di SiT era da tempo in attesa di questo lieto fine che, speriamo, segni anche l’inizio di un percorso di corretta tutela e di restauro della locomotiva (che sia conservativo o si spinga oltre, lo si vedrà nei prossimi anni); ricordiamo che la R301.027 è praticamente l’ultima unità esistente del suo gruppo (se si esclude la macchina conservata presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, differente per altro per diverse caratteristiche) ed è una delle uniche due vaporiere costruite per la rete a scartamento ridotto FS della Sicilia rimaste sull’isola.

A valle dunque di questa positiva risoluzione della questione, Sicilia in Treno ritiene necessario approfondire le vicissitudini che hanno visto protagonista la R301.027, assieme al suo “compagno di avventure”, il carro Pfv 60055, rotabile che si è dimostrato indirettamente cruciale nella svolta degli ultimi giorni. Lo facciamo avendo vissuto l’intera vicenda da spettatori ma anche da suggeritori. Un piccolo e discreto ruolo che, pensiamo, abbia contribuito a ricomporre la questione con l’odierna direzione intrapresa.

Faremo dunque un articolato excursus sulla travagliata storia di questa locomotiva (e del carro alla quale nell’ultimo periodo è stata accoppiata), un percorso che, se da un lato ha portato la macchina, lontana per decenni dal suo storico deposito di appartenenza e orfana delle linee su cui correre, a subire un grave deterioramento di tutte le sue parti, l’ha anche certamente tenuta lontana dalla fiamma ossidrica che non ha invece risparmiato tanti altri rotabili accantonati a Castelvetrano negli anni passati. 

Per conoscere i motivi, le persone e le azioni che hanno prodotto dunque un diverso destino per questa vaporiera occorre andare decisamente indietro nel tempo.

Partiamo dal 1979, ovvero pochi anni prima della chiusura dell’ultima linea a scartamento ridotto FS in Sicilia: in quell’anno l’Amministrazione Comunale di Marsala, sotto la spinta dell’allora Consigliere Comunale, avv. Silvio Forti, decide di richiedere un mezzo da poter monumentare presso il “parco giuochi” cittadino, presente presso il lungomare. 

Il 16 aprile del 1980, le FS rispondono al Consigliere Forti accogliendo tale richiesta e indicando la R301.027, già accantonata da tempo, come disponibile a tale scopo.

Nella missiva le FS sottolineano vari aspetti per la definizione dell’operazione; in particolare i termini della consegna, ovvero un “uso a tempo determinato”, e il deposito cauzionale, fissato in lire 900.000. Sempre nella missiva le FS dichiarano l’impossibilità a spostare il mezzo via ferrovia in quanto a scartamento ridotto e ribadiscono dunque che il trasporto deve avvenire a spese del comodatario (il Comune di Marsala) partendo dal deposito di Castelvetrano, luogo di accantonamento della macchina.

Il giorno 1 maggio del 1980, il Sindaco di Marsala, facendo seguito alla missiva delle FS, risponde positivamente accogliendo le richieste del proprietario del rotabile e ripromettendo di predisporre l’atto deliberativo per impegnare le relative somme. Sempre in tale comunicazione il Sindaco richiede alle FS di intervenire sulla locomotiva per renderla “esteticamente presentabile in relazione agli aspetti socio-promozionali dell’iniziativa”. Una leggera manutenzione che in effetti viene operata.

Facendo un passo indietro, e cioè andando al giorno 4 marzo 1980 inoltre, il Sindaco di Marsala, avv. Matteo Gandolfo, richiedeva anche la vendita di materiali d’armamento atti a poter allestire  un tronchino nel parco giuochi su cui ospitare la locomotiva (con l’intenzione futura di creare un vero e proprio convoglio aggiungendo un carro chiuso e un carro cisterna, così come richiesto dal successivo sindaco, Avv. Egidio Alagna, il 5/3/1981, ipotesi poi non concretizzatasi nonostante le FS manifestassero disponibilità in tal senso in data 28/3/1981); in particolare si richiedeva la vendita di 60 metri di rotaie, 30 traverse in legno, 60 piastre, 120 caviglie, 10 ganasce, 20 chiavarde. Tale vendita il 15 aprile 1980 veniva accettata dalle FS, che fissavano il costo totale in lire 662.340,00; la vendita si concretizzava il 30 aprile 1980 con l’esibizione della ricevuta di pagamento.

Bisogna aspettare però il 15 dicembre 1980 per ottenere dalle FS, Direzione Generale, Servizio Affari Generali, la “concessione locomotiva f.u. R301.027”. In tale missiva si informa il Comune di Marsala “che sono date disposizioni per la consegna a codesto Comune, presso il Deposito Locomotive di Castelvetrano, della locomotiva a scartamento ridotto R.301.027”.

La macchina parte dunque alla volta della cittadina trapanese nel 1981, venendo monumentata, dopo la posa in opera del tronchino realizzato con l’armamento acquistato, presso il parco giuochi del giardino sul lungomare Boeo di Marsala, come da programma. 

Una nota importante su questa parte iniziale della vicenda: il Consigliere Forti, pur di conseguire il risultato di arricchire l’area giochi con la locomotiva, si sostituisce al Comune per la copertura delle cifre sopra riportate, di fatto corrispondendo egli stesso l’importo dovuto.

Passano gli anni ma la preziosa locomotiva, invece di ricevere la cura che avrebbe meritato un veicolo così raro, viene di fatto lasciata a se stessa, per disinteresse di tutti gli attori che avevano prodotto questa virtuosa iniziativa. Così, alla mancanza di manutenzione, problema invero comune a tutti i rotabili monumentati, si sommano numerosi atti vandalici e soprattutto l’inesorabile azione della salsedine, che va corrodendo profondamente le lamiere e i profilati della macchina (le parti più delicate): dalla cabina alle casse acqua, dalla carbonaia ai piani di calpestio, dalle custodie del blocco cilindri fino al rivestimento della caldaia.

Bisogna aspettare il 2003 perché vi sia un primo, importantissimo e per molti aspetti decisivo passo che porterà a quanto accaduto in questi giorni: la Regione Siciliana infatti, il 12 settembre 2003 pubblica in gazzetta ufficiale il Decreto Assessoriale dell’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione del 5 agosto 2003 n° 7025 in cui vi è la “Dichiarazione quali beni culturali di interesse particolarmente importante di due locomotive a vapore e di un carro cisterna per trasporto acqua siti nel territorio della provincia di Trapani". 

All’interno di tale dichiarazione ricade, oltre la locomotiva a vapore 740.300 (vedi anche: La Gr. 740 300 trasferita a Palermo) e il carro cisterna VUHK 711 2 901, anche la R301.027. Questi rotabili “sono dichiarati beni culturali di interesse particolarmente importante”; tale dichiarazione comporta importantissimi vincoli. Si legge infatti nel decreto assessoriale che:

In conseguenza del vincolo imposto con il presente provvedimento, al proprietario ed a chiunque ne abbia il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo, è fatto in particolare, divieto di demolire, modificare, restaurare i beni di cui al precedente art. 1 senza l'autorizzazione prescritta dal combinato-disposto degli artt. 21, 22 e 23 del T.U. 490/99. 

I beni dovranno essere sistemati in ambienti idonei e non potranno essere rimossi senza la preventiva autorizzazione della Soprintendenza competente: è fatto, altresì, obbligo ai medesimi di sottoporre alla competente Soprintendenza i progetti di eventuali opere che intendessero eseguire sui beni stessi al fine di ottenere la preventiva autorizzazione. 

Soltanto nei casi di assoluta urgenza possono essere eseguiti lavori provvisori indispensabili ad evitare danni materiali ai beni sottoposti a tutela, purché ne sia data immediata comunicazione alla Soprintendenza competente, alla quale dovranno essere inviati tempestivamente i progetti definitivi per l’approvazione”. 

Un vincolo importantissimo che “avrà efficacia nei confronti di tutti i successivi proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo”. Uno strumento che, per la prima volta, sancisce il valore della locomotiva e ne impone la preservazione.

Ma che nell’immediato non risulta risolutivo per avviare azioni di salvaguardia del rotabile: nonostante il decreto apposto infatti la macchina continua a non ricevere cure di alcun tipo dal comodatario.

Si arriva così al 2009, precisamente al 14 gennaio: in quella data la anziana locomotiva, ridotta in condizioni oggettivamente pietose, diviene per il Comune ufficialmente un problema: in occasione dei lavori di trasformazione della precedente area giochi per la gioventù in un parcheggio, in via Colonnello Maltese, la piccola locotender è ormai considerata un relitto e un ostacolo. Occorre rimuoverla per permettere di portare avanti l’appalto; ma il Comune non ha disponibilità finanziarie per permettersi di movimentare (con gru) il mezzo e, date le fatiscenti condizioni generali della macchina, non è più interessato a detenerne la custodia.

Sono però passati decenni da quando la locomotiva era giunta a Marsala e la Amministrazione, quasi certamente non avendo più chiara la situazione in termini di responsabilità e proprietà del veicolo, per addivenire ad una soluzione del problema, contatta diversi soggetti che si ritiene possano avere titoli sulla vaporiera o quantomeno interesse nel recupero della stessa, realizzando così lo spostamento verso altra sede. Anche alcuni attuali soci fondatori SiT vengono coinvolti in colloqui con l’allora Amministrazione, colloqui volti a chiarire a chi spettassero competenze e oneri legati alla macchina.

Curiosamente il Comune, forse non inquadrando da subito il vincolo posto sul rotabile, date le oggettive condizioni precarie in cui si presenta la locotender nel 2009, fa direttamente riferimento addirittura ad una possibile rottamazione della stessa, tanto che viene scritto che: “nelle more della rottamazione, la locomotiva sarà spostata e allocata in area adiacente e non interessata ai lavori”; uno spostamento che in effetti viene operato con mezzi evidentemente non idonei, danneggiando cabina e cassa acqua sinistra, già pesantemente provate dagli agenti atmosferici, sulla linea del piano di calpestio.

Tra i vari soggetti convocati dall’Amministrazione per dirimere la questione vi è anche Il Museo Carrista Militaria (M.C.M.) - Associazione Nazionale Carristi d’Italia (A.N.C.I.), sez. Marsala, con sede in Marsala, via Dante Alighieri 70. La spiegazione di tale coinvolgimento è semplice: il Presidente e legale rappresentante del Museo è l’avv. Silvio Forti, proprio l’autore dell’arrivo della macchina a Marsala, trent'anni prima.

Questi, avendo da sempre a cuore le sorti della R301.027 (e anche di altri mezzi, sempre a Castelvetrano), fa sapere, il 5 febbraio 2009, che “desidera intervenire ancora una volta in favore della “cara” LOCOMOTIVA che rappresenta una gloriosa pagina di storia”. Il Museo dunque, tramite il suo rappresentante, chiede al Comune, non più interessato al mezzo, che “consegni la detta LOCOMOTIVA all’Ass. Naz. Carristi e Militaria di Marsala”, ciò per dare, in un situazione di oggettiva emergenza, una collocazione a un cimelio che sembra non volere più nessuno.

La vicenda ovviamente è ben lungi dall’essere chiusa. Spostare un veicolo di quelle dimensioni è un onere non indifferente e, come è ovvio che sia, i mesi passano cercando di trovare una soluzione economica a tale problema.

Il 9 luglio 2009 Il Museo ratifica al Comune di Marsala la disponibilità ad ospitare la macchina, sottolineando che l’A.N.C.I. ha ottenuto dall’Aeronautica Militare gli spazi bastevoli per il ricovero della locomotiva, che avverrà “sull’area retrostante la palazzina” della struttura di via Dante Alighieri.

Inoltre, il 21 settembre 2009 Silvio Forti sottolinea all’allora Dirigente del Settore Territorio Ambiente di Marsala come la rottamazione della locomotiva “potrebbe costituire illecito amministrativo”.

Il giorno 2 ottobre 2009 il Museo comunica nuovamente con il Comune: ricordando in questa occasione all’Amministrazione che la macchina risulta “inserita dall’Assessorato Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana in una lista di rotabili da considerare patrimonio culturale oggetto di tutela”, Il Museo chiede la “disponibilità oltre che per la sistemazione, il restauro e la collocazione anche per il carico su un mezzo ed il trasferimento alla sede dell’Associazione, il tutto a totale” carico dell’amministrazione e spingendo per la “redazione di atto amministrativo per regolarizzare il trasferimento previa autorizzazione della soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani”.

Siamo alla svolta: il Comune di Marsala il giorno 8 ottobre 2009, con una comunicazione inviata sia all’Ass. Naz. Carristi, sia al comando dei VV.F., “autorizza, per motivi di sicurezza pubblica e per evitare il perpetuarsi del degrado della stessa locomotiva” a “provvedere allo spostamento della locomotiva” con “mezzi idonei forniti dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco”.

Purtroppo però i mezzi dei VV.F. si dimostreranno non adatti ad una così delicata operazione, sia a causa delle ormai precarie condizioni della locomotiva, sia per via del posizionamento instabile dato alla macchina durante il primo, grossolano spostamento.

Dopo varie richieste al Comune di Marsala per ottenere che l’inoltro del rotabile verso la sede del Museo avvenga a spese dell’Amministrazione Comunale, l’avv. Forti il giorno 12 gennaio 2010 finalmente contatta la ditta di trasporti pattuendo il recupero della locomotiva, forte della determina dirigenziale n. 2052 del 31.12.2009 del Comune di Marsala che impegna la somma occorrente. Inoltre, con la delibera n. 27 del 12.02.2010, il Comune di Marsala autorizza lo spostamento del mezzo verso la sede del Museo, in via Dante Alighieri 70. Tale autorizzazione viene comunicata il 30 aprile 2010.

La locomotiva così, viene finalmente prelevata dal lungomare della cittadina del trapanese e inizia quello che si potrebbe considerare un secondo ciclo di vita, che la vedrà stavolta accantonata presso il Museo dell'A.N.C.I., dove viene approntato di fretta e furia un tronchino, utilizzando l’armamento dell’originaria monumentazione. Si tratta sempre di una collocazione che espone agli agenti atmosferici la R301.027, ma quantomeno adesso la macchina è protetta dai muri perimetrali della struttura.

il Museo a questo punto, data la nuova ed impegnativa acquisizione, sente la necessità di confrontarsi con esperti del settore e questo porta a chiedere un primo incontro con alcuni dei soci fondatori di SiT, a quel tempo iscritti presso un’altra associazione. Incontro volto proprio ad ottenere un aiuto al restauro del mezzo.

Durante questo incontro, svoltosi nel maggio 2010, vengono evidenziate forti perplessità sulla possibilità di operare sulla macchina, stante la scarsità di mezzi e attrezzature adeguate, il mancato ricovero al coperto della locomotiva e le disastrose condizioni in cui versa il veicolo. L'incontro dunque palesa le oggettive difficoltà che l’A.N.C.I. si trova ad affrontare.

E i guai ancora non sono finiti. Una incomprensione sul pagamento dei costi di trasferimento e presunte, mancate fideiussioni, tra Comune di Marsala, comodatario del mezzo, e Ass. Naz. Carristi, fa slittare di fatto il contratto di affidamento provvisorio tra l’Amministrazione Cittadina e il museo fino al 3 giugno 2011, giorno in cui si ratifica finalmente tale passaggio di consegne.

L’atto viene, doverosamente, comunicato alla SS.BB.CC.AA. di Trapani, che inizia una interlocuzione per la notifica del vincolo legato alla R301.027 con l’Ass. Naz. Carristi sez. Marsala. Ma anche qui, le cose non vanno lisce: vengono richieste, giustamente, integrazioni documentali atte alla ricostruzione del complicato iter fin qui raccontato; un impegno non da poco, come si può vedere già da questo articolo che sintetizza i passaggi principali. Un lavoro che ha impegnato l’avv. Forti, già settantanovenne, fino al 16 luglio 2013, data di trasmissione di una nota inviata alla SS.BB.CC.AA. di Trapani in cui l’allora Presidente dell’A.N.C.I. riesce a fare definitivamente chiarezza sulla storia passata della locomotiva, estinguendo i dubbi mossi sulla corretta produzione di documenti e concessioni. Tanto che il 14 agosto dello stesso anno la Sovrintendenza, notificando il vincolo regionale posto sulla macchina, riconosce per iscritto che l’A.N.C.I. “detiene la locomotiva a vapore” R301.027.

Nel frattempo i membri del Museo continuano ad interrogarsi su come mettere in pratica la tutela e la conservazione della locomotiva. Lo stallo con la sovrintendenza posticipa di fatto il confronto coi veri problemi legati al mantenimento e al restauro della macchina su cui l’Associazione si è impegnata. Diviene chiaro che i costi di un restauro sono proibitivi, le condizioni logistiche non permettono nemmeno tecnicamente di poter operare in loco per operazioni che vadano oltre la semplice riverniciatura (un intervento ovviamente inutile stante le condizioni pessime della locomotiva). E va anche considerata la assenza, tra le fila dei soci A.N.C.I., di persone tecnicamente preparate e conoscitrici di rotabili ferroviari.

Una condizione alla quale presto si assommerà un secondo grattacapo: come detto sopra, il vulcanico avv. Silvio Forti, sempre animato dalla voglia di conservare vestigia del passato, che lui definiva spesso “glorioso”, decide di intraprendere un’altra azione, volta a cercare di ottenere un secondo rotabile per il suo Museo, puntando sempre sul parco accantonato a Castelvetrano. Fin dal 1 agosto 2012 infatti, con una serie poderosa di missive spedite a diversi soggetti (dalle FS a vari Ministeri, si arriverà perfino al Presidente della Repubblica!), l’avv. Forti richiede l’affidamento di un carro per formare un piccolo convoglio presso il museo di via Dante Alighieri (da notare che l’idea originaria doveva nascere anche prima del 2012: già il 25.11.2009 vengono richiesti 12 metri di binario alla Dir. Compartimentale Infrastrutture delle FS).

L’avv. Forti, rifacendosi allo stato dei mezzi qual’era quello registrabile nel 2012 a Castelvetrano, descrive ai vari interlocutori l’oggettivo stato di degrado dei carri ivi accantonati (che, nel corso degli decenni, avevano subito, oltre il logorio del tempo, anche danneggiamenti di vario genere, compresi quelli conseguenti ad incendi di natura del tutto accidentale che purtroppo erano risultati distruttivi per tante unità). e richiede l’affido di un veicolo per scopi museali “onde salvarlo da sicura, totale distruzione”. Una predizione non certo inverosimile se si pensa alla situazione in cui versava appunto l’ex deposito locomotive nel 2012.

Proprio durante queste interlocuzioni, l’avv. Forti viene a conoscenza del vincolo, da poco apposto su alcuni dei rotabili a scartamento ridotto presenti a Castelvetrano. Ancora una volta le strade intraprese dall’A.N.C.I. e da alcuni dei soci fondatori di SiT si incrociano: i vincoli infatti - lo ricordiamo - erano stati richiesti, a varie riprese e a copertura di ben 30 rotabili a scartamento ridotto, da alcuni dei soci fondatori di SiT, come atto finale di un lungo lavoro preparatorio concertato con vari attori. Tali atti, che sanciscono la preservazione dei mezzi, si sono poi dimostrati essere essenziali basi del programma di recupero e salvaguardia dello scartamento ridotto FS, oggi in fase operativa.

Proprio a causa di questa importante e positiva svolta, che cambia il destino, fino a poco tempo prima quasi certamente segnato, del parco accantonato a Castelvetrano, il percorso affrontato da Silvio Forti per l’ottenimento del mezzo diviene ancora più impervio di quello avuto con la vaporiera; anche dopo un assenso informale da parte del proprietario dei veicoli, le richieste di N.O. presso la SS.BB.CC.AA. di Trapani (che ha emesso i vincoli sui rotabili), formulate a partire dal 30.01.2013, diventano ostiche per via di problemi di individuazione certa del rotabile scelto.

La prima domanda di ottenimento di un veicolo, inizialmente il carro chiuso Gv 20004, viene definitivamente respinta nel giugno 2013 dalla Soprintendenza di Trapani, dopo aver registrato pareri negativi in tal senso dati da altri soggetti coinvolti.

Il 27 luglio 2013 l’A.N.C.I. richiede dunque a Trenitalia l’affidamento di un altro veicolo, il carro a sponde basse Pfv 60055. La richiesta in questo caso viene motivata dalla volontà di realizzare un piccolo convoglio monumento, assieme alla R301.027 per “celebrare degnamente il centenario della 1^ Guerra Mondiale”.

L’iter rimane però travagliato, e stavolta per un buon motivo: nello stesso periodo infatti, a valle dei vincoli posti sugli ultimi rotabili a scartamento ridotto FS, che ne sanciscono la sopravvivenza, si comincia ad delineare, silenziosamente, un delicato e difficile piano di salvaguardia e recupero dei mezzi a scartamento ridotto FS, teorizzando come luogo di ricovero e lavorazioni proprio lo storico ex Dep. Loc. di Castelvetrano. Inoltre l’omonimo Comune, da sempre sensibile alle sorti della ferrovia, con l’assistenza, iniziata alcuni anni prima, di alcuni soci fondatori di SiT, nello stesso periodo intraprende azioni volte a ottenere finanziamenti per la ricostruzione dei primi km della ferrovia Castelvetrano-Selinunte. In questa (finalmente) virtuosa riscoperta del patrimonio costituito dalle ultime vestigia delle ferrovie complementari siciliane, e nella nascente ottica di un recupero e rivalorizzazione di ciò che rimane di esse - un meccanismo che avrà una spinta decisiva anche grazie alle continue sollecitazioni date dalle azioni, talora di contrasto, dell’avv. Forti -  il proprietario dei rotabili (allora Trenitalia Cargo, oggi Mercitalia), esprimendo le volontà del gruppo FS sul parco a scartamento ridotto, dichiara esplicitamente di non essere interessato a procedere ad operazioni di alienazione o comodato d’uso o qualunque altra forma di cessione dei mezzi accantonati a Castelvetrano.

L’A.N.C.I., verosimilmente non avendo noti i piani di recupero appena citati e che oggi vedono a Castelvetrano un importante cantiere in tal senso, non demorde e le richieste di ottenimento del carro a sponde basse continuano, con costanza, per tutto il 2013. La motivazione, già scritta, è quella di arrivare ad avere il mezzo in concomitanza del centenario della prima Guerra Mondiale, che si svolge nel 2014. 

Segue un periodo molto intenso di scambi epistolari tra A.N.C.I., Sovrintendenza e proprietario del rotabile. Una situazione carica di tensioni che sfociano alla fine con una proposta di affido temporaneo per un periodo assai limitato. Siamo arrivati al 2014. Il 19 maggio dello stesso anno, il carro Pfv 60055 viene prelevato, a spese dell’A.N.C.I., dal deposito di Castelvetrano, che proprio in quel momento vede avviati i lavori di recupero e rifunzionalizzazione dell’ex Squadra Rialzo che ospiterà i primi restauri di carri a scartamento ridotto.

In quel momento, le motivazioni dell’avv. Forti sono tanto nobili che l’affido richiesto viene accettato, pur con gli impegnativi oneri contrattuali a carico dell’A.N.C.I., in considerazione dell’oggettivo stato di abbandono in cui il mezzo versa; ma l’intervento arriva, come già detto, in un momento di grande cambiamento; si potrebbe dire fuori tempo massimo. E ciò che nelle intenzioni dell’A.N.C.I. avrebbe dovuto essere un lodevole recupero si trasforma ben presto in una situazione difficile da gestire.

L’avv. Silvio Forti infatti, ravvisando potenziali pericoli di manomissione se non di perdita totale del bene in un eventuale ritorno del Pfv 60055 presso l’impianto ferroviario di Castelvetrano, sulla base delle condizioni generali di abbandono riscontrate in quel sito al momento del prelievo del carro, decide, nell’esclusivo interesse di salvaguardia del mezzo, di procrastinare il ricovero dello stesso presso il Museo di Marsala. Una decisione certamente volta a garantire la salvaguardia e l’integrità di quel che Forti considera giustamente un reperto di archeologia industriale, animato dallo stesso spirito che lo aveva portato ad assumersi l’onere di custodia della locomotiva R301.027; ma che avvia, come prevedibile ed inevitabile, una controversia con il proprietario del carro, che ne richiede altrettanto giustamente la restituzione già nel novembre 2014, come programmato da contratto d’uso.

Una vicenda che prende presto i connotati dei risvolti legali. Una situazione che scuote nel profondo l’A.N.C.I., che perde anche, poco dopo, la sua storica guida: il Presidente avv. Silvio Forti infatti, si spegne infatti il giorno 11 luglio 2016, all’età di ottantadue anni.

La controversia passa così nelle mani del nuovo presidente Pro Tempore dell’Ass. Naz. Carristi, l’avv. Vincenzo Forti, figlio di Silvio, deciso sia a difendere la memoria del padre e i suoi storici risultati, sia a chiudere nel migliore dei modi, possibilmente con un componimento bonario, una vertenza che rischia di compromettere seriamente il destino dell’A.N.C.I..

Il nuovo rappresentante del Museo infatti, pur non essendo esperto di cultura ferroviaria, sposa in breve il prioritario interesse a preservare nel migliore dei modi possibili la memoria storica delle ferrovie complementari a scartamento ridotto che hanno caratterizzato la Sicilia. Ma, conscio del suo ruolo di responsabilità nei confronti dell’A.N.C.I., ha la necessità di chiudere la controversia nel migliore dei modi possibili e nel più breve tempo.

Grazie all’opera di divulgazione dell’attualità in tema di scartamento ridotto FS siciliano realizzato dal sito Ferrovie di Selinunte, gestito da SiT, Forti viene a conoscenza, tramite conoscenze comuni, dell’allora neonata associazione Sicilia in Treno. Si prendono quindi i primi contatti col nuovo Presidente e si produce, il 14 ottobre 2016, il primo di una serie di incontri con l’Associazione Sicilia in Treno, presso il M.C.M.; il Presidente dell’A.N.C.I. viene quindi a conoscenza, grazie ai rappresentanti di SiT, del comunicato stampa di Fondazione FS Italiane, uscito in data 17 febbraio 2016, con il quale viene resa nota la iniziativa di recupero, salvaguardia e rivalorizzazione del residuo parco rotabile a scartamento ridotto FS intrapresa da Trenitalia Cargo, Rete Ferroviaria Italiana e Fondazione FS Italiane a Castelvetrano. Una notizia, non nota al Museo di Marsala, che apprende come la situazione di degrado registrata nel 2014 si sia di fatto ribaltata grazie alla rifunzionalizzazione dell’ex deposito locomotive.

L’avv. Vincenzo Forti, apprendendo quindi del mutato stato dei fatti e della nuova sensibilità alla preservazione del parco rotabile dimostrata dal proprietario dei mezzi, si convince ad accelerare il ripristino dello stato quo ante riconducendo il carro Pfv 60055 nella propria originaria cornice.

Con una nota dell’A.N.C.I., inviata il 20 gennaio 2017 e i cui contenuti sono stati oggetto di collaborazione con SiT, Vincenzo Forti comunica al gruppo FS di volere onorare il contratto di affido temporaneo del carro Pfv 60055 manifestando l’immediata disponibilità alla restituzione del mezzo ed altresì di voler anche riconsegnare la locomotiva a vapore R301.027; ciò ritenendo che entrambi i rotabili possano trovare una ideale collocazione, ai fini dell’impegnativo restauro di cui abbisognano e della giusta preservazione che va loro garantita, presso l’impianto ferroviario di Castelvetrano. 

L’A.N.C.I. inoltre dichiara di ritenere che grazie al nuovo soggetto creato appositamente dal gruppo FS per la gestione dei beni storici del gruppo, Fondazione FS Italiane, e con la collaborazione delle altre realtà associative e/o di volontariato operanti nel campo della preservazione ferroviaria, può certamente essere garantito al meglio il recupero e la salvaguardia dei rotabili ricoverati presso il museo di Marsala.

Il resto è cronaca degli ultimi giorni.

L’A.N.C.I., a valle delle dichiarazioni sopra riportate e rese note alla controparte, avvia quindi una serie di azioni per addivenire ad un componimento bonario della controversia. Così, nonostante le limitate risorse finanziarie a disposizione del Museo (ente culturale NON soggetto a forme di sussidio o finanziamento pubblico), vengono, con sacrificio, trovate le cifre per garantire il trasporto di entrambi i rotabili presso l’impianto di Castelvetrano. Operazione dai costi ingenti per una realtà amatoriale (€4600,00 oltre oneri di legge!), che alla fine avviene giorno 20 giugno del corrente anno. Riportiamo una dichiarazione dell.avv. Vincenzo Forti in tal senso:

Il Museo Carrista ha perso due elementi insostituibili, ma sapere che la locomotiva ed il carrello saranno amati e curati come o più di quanto li abbiamo amati e curati noi ci rende felici ed orgogliosi dei sacrifici non solo economici affrontati. Con l’augurio che non vengano appiccati altri incendi a questi Pezzi della nostra storia.

Una dichiarazione che esprime il grande attaccamento ai rotabili oggi restituiti e sottintende l’impegno, volto unicamente alla conservazione di questi cimeli, profuso negli ultimi anni, pur in condizioni difficilissime, dai componenti dell'Associazione che fanno capo al Museo di Marsala.

Una storia per certi versi incredibile, che ha portato, grazie a tutti gli attori coinvolti, alla caparbietà di pochi, e anche al caso, a rivedere nuovamente, seppur attualmente in condizioni disastrate, una locomotiva a vapore a scartamento ridotto a Castelvetrano. Qualcosa impossibile da immaginare appena 4 anni fa. Eppure è così. 

Questo articolo, lungo oltre misura ma - riteniamo - interessante, vuole essere un omaggio alla storia fatta dai pochi, alle azioni spesso non facilmente etichettabili come giuste o sbagliate ma che hanno permesso, con l’oggettività data dal tempo e dai fatti, di far giungere fino ai nostri giorni beni storici dal valore inestimabile. Siamo sicuri che, tra i tanti che gioiscono per la conclusione di questa lunga e travagliata storia, ve ne siano molti che non erano a conoscenza del pregresso e che magari ritengono che tutto sia iniziato e si sia concluso solo in qualche mese.

SiT, che annovera tra i soci fondatori persone che fin dal  2009 hanno seguito la vicenda, ha ritenuto invece giusto riepilogare un percorso durato quasi quarant’anni in quanto Sicilia in Treno reputa doveroso preservare la memoria storica in generale, sia che si tratti di cose, sia che si tratti di persone o di azioni.

Infine, teniamo a precisare che Sicilia in Treno, proprio in virtù del disinteressato e discreto impegno che ha profuso per la felice conclusione della vicenda, ha avuto accesso alla enorme mole di documenti su cui è basata la presente ricostruzione. Ciò è stato possibile grazie appunto ai rapporti di collaborazione più recenti, avuti dal 2016 con il museo Militaria nella veste di amici in grado di collaborare per il meglio circa le sorti dei rotabili che sono stati tenuti presso la struttura di Marsala.

Vi lasciamo a una breve galleria fotografica, in cui abbiamo inserito delle immagini che partono dal 1974, con la arcinota foto di Werner Hardmeyer (già ampiamente pubblicata sul web e da lì presa), che ritrasse la R301.027 a fine carriera a Castelvetrano, passando per gli ultimi, complessi anni, ovvero il 2007 (con la macchina ancora monumentata presso il lungomare, da notare le rotaie in più acquistate nel 1980 e mai usate), il 2009 (anno del primo, grossolano spostamento, durante i lavori di realizzazione del parcheggio), il 2010 (rotabile già al Museo Militaria e incontro cogli odierni soci fondatori di Sicilia in Treno), il 2016 (primo contatto della neonata SiT con l’A.N.C.I.) e infine il 2018 che sancisce il ritorno della piccola locotender alla sua sede naturale, Castelvetrano.