Se qualcuno avesse qualche dubbio su cosa può offrire una ferrovia in termini turistici quando il binario attraversa luoghi densi di suggestioni di tutti i tipi (paesaggistici, culturali, storici, e chi più ne ha più ne metta!) può chiarirsi le idee qui, in Sicilia, e ora, senza attendere che si realizzi chissà cosa.
Basta dedicare una giornata ad un giro completo attorno all’Etna. Ma non un giro qualsiasi, un giro in treno!
La stazione della FCE (Ferrovia Circumetnea) di Catania Borgo è incastonata nel centro urbano, con il suo deposito e l’officina. Già la ripida rampa che si vede appena oltre il cavalcavia stradale è un vero invito, quasi una sfida, a prendere la vecchia littorina per vedere se ce la fa … Se invece si presenta un modernissimo convoglio, scintillante, con aria condizionata ampi finestrini, comode poltrone, elevato confort … la sfida è già vinta in partenza. Come si poteva chiamare questo convoglio?
Le giornate estive spesso sono afose e l’umidità può impedire di ammirare l’Etna nella sua intera maestosità. Capita pure la giornata “fortunata” in cui sino alla cima tutti i versanti del Mongibello (due volte montagna!) sono ben visibili e la sola domanda che resta da sciogliere è: quello lassù è uno sbuffo del vulcano o è una nuvola che ha deciso di passare lì l’intera giornata?
Il procedere a velocità moderata del convoglio dà la possibilità di alternare la visione: da un lato la campagna fortemente antropizzata, con il succedersi di centri abitati circondati da campi intensamente coltivati, dall’altra il paesaggio selvaggio ma per niente arido della lava che nel corso dei secoli ha voluto anche lei fare sentire la sua presenza, raggiungendo spesso le abitazioni, a volte in modo minaccioso. La stessa linea ferroviaria si è periodicamente dovuta riadattare alle conseguenze delle eruzioni e ciò risulta essere uno degli aspetti più evidenti ed affascinanti del viaggio. Avere due pareti di lava fuori dai finestrini è una esperienza unica.
Partendo da Borgo, si risale la ampia valle del Simeto, delimitata da versanti poco pendenti, sino allo spartiacque (a quota circa 980 m s.m.!) dal quale inizia la valle dell’Alcantara, più rocciosa ed incassata, con i centri abitati in alto a fare da guardia al fondo valle. Il succedersi delle stazioni, delle fermate in linea, dei caselli purtroppo abbandonati, scandisce il viaggio. Così come i cartelli lungo la linea a protezione di passaggi a livello incustoditi, che obbligano il treno al rallentamento ed alla segnalazione con fischi ripetuti sino alla verifica visiva della via libera.
Anche gli incroci ed il cambio di mezzo rende più eccitante e vario il viaggio, se si passa dal treno supertecnologico alla RALn 6402 e alla 6405, del gruppo di automotrici derivate dalle RALn 60 delle FS. Ovvero se si trovano a Randazzo alcune rimorchiate in sosta, con le varie livree adottate nei vari periodi di servizio.
In particolare, la sosta a Bronte, dove capita di incrociare la ADE20, è d’obbligo: c’è lo “Spazio espositivo rotabili storici” della FCE da visitare, con i rotabili storici preservati all’interno di una rimessa. Il tutto corredato da una serie di immagini d’epoca che rendono conto dell’impresa ingegneristica e umana che portò alla costruzione di questa ferrovia alle pendici di un vulcano sempre in attività. Per visitarlo occorre rivolgersi al personale in servizio alla stazione.
Dopo Bronte veri e propri tornanti consentono di guadagnare rapidamente quota. Il rumore dei motori può essere un fastidio per un passeggero, ma può anche avvicinarsi ad un concerto di musica per gli appassionati.
A differenza della linea FS Alcantara – Randazzo, tutta a fondo valle, la linea FCE soltanto dopo Linguaglossa scende al di sotto di quota 500 m s.m..
La discesa verso la costa è caratterizzata dall’aprirsi del panorama sul mare. Compaiono “le Calabrie” (qui si dice così) che si vedono bene dietro Taormina e Castelmola incombenti sulla costa.
Se si vuole completare il giro in ferrovia, si può scendere a Giarre e, attraversando uno spiazzo, entrare nella stazione RFI della cittadina e prendere un Regionale per Catania. A Catania Centrale poi occorrerà prendere la linea della metropolitana FCE sino a Borgo ed ecco che il giro è davvero terminato. Tutto ciò con treni ordinari è possibile farlo in una giornata, visitando oltre il museo FCE anche qualcuno dei centri abitati lungo il percorso. Le stazioni FCE sono quasi sempre ai margini dei centri abitati e quindi molto comode da questo punto di vista.
In alto c’è sempre l’Etna che sorveglia tutto. Alla fine del giro la sensazione è che ci sia stato un compagno di viaggio in più.
Le fotografie meglio delle parole possono aiutare ad avere una idea, sempre limitata rispetto alla realtà, dell’esperienza di viaggio che è possibile avere sulla Ferrovia Circumetnea.
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Fotografie di Sergio Gargagliano, F. Settimo Marineo, Giuseppe Santangelo