Continuiamo con la "presentazione" dei mezzi legati allo scartamento ridotto siciliano. Ricordiamo a tutti che questo database, lungi dal voler essere un mero elenco di veicoli ferroviari delle ridotte sicule, è stilato in base a ciò che ancora oggi esiste. Rotabili presenti e vincolati a Castelvetrano che un domani potrebbero costituire parte di un parco rotabili storico di una linea turistica.
Le locomotive 212 furono costruite in soli due esemplari, numerati 401 e 402, da Ansaldo nel 1954. Realizzate per i servizi di manovra furono dotate di propulsore diesel e vennero progettate anche con lo scopo di sostituire, pure in linea, le locomotive a vapore del deposito di Castelvetrano. In effetti, per una curiosa scelta relativa al sistema di frenatura montato su tali rotabili, differente da quello dei carri, queste piccole locomotive furono di fatto utilizzate solo per le manovre sul piazzale della stazione e del deposito.
Le due locomotive vennero dotate di due motori differenti rendendo in effetti questi mezzi due esemplari unici e diversi: in particolare, la R212 402 fu equipaggiata con un propulsore Deutz da 95 kW a 1.800 giri al minuto. La trasmissione, provata per la prima volta in Italia su questo piccolo locomotore, era idraulica del tipo Voith L22 e garantiva una velocità massima di 40 km/h in linea e di 20 km/h in manovra (si aveva in effetti la doppia velocità manovra-linea, appunto 20 o 40 km/h).
Erano rotabili decisamente compatti: lunghi 5600mm e con un passo di appena 2150mm, pesavano 20 ton.. Gli assi accoppiati ricevevano il moto tramite le bielle e il banco di guida era unico. Le due locomotive si distinguevano anche esteriormente per alcuni piccoli particolari e per la diversa livrea: in particolare sull’unità 402, sul finire degli anni ’70, il telaio venne interamente verniciato in rosso segnale rispetto all’originario bruno.
Le R212 furono assegnate sempre al deposito di Castelvetrano, dove tuttora è accantonata la R212 402 (i resti dell’unità 401, demotorizzata e spogliata di ogni componente meccanico o elettrico - praticamente un guscio vuoto - sono stati demoliti pochi anni fa).
La macchina esistente, di cui vi forniamo volutalmente le foto più recenti in nostro possesso che la ritraggono (la scarsa qualità degli scatti è dovuta alle condizioni ambientali), immagini riprese prima che i portoni fossero nuovamente - anche se tardivamente - risigillati, è ricoverata all’interno di una rimessa, e si presenta in condizioni tali da renderne ancora ipotizzabile il recupero sia estetico sia funzionale. La R212.402 infatti, nonostante gli anni di accantonamento ed il verificarsi di episodi di vandalismo, il più ingente dei quali ha provocato nel 2009 un incendio nella rimessa nel quale il mezzo è tuttora custodito, presenta particolari mancanti o danneggiati, specie sulla cassa, nell’impianto elettrico e all’interno della cabina ma il propulsore è ancora in opera ed è stato fortunatamente risparmiato dai danni provocati dall’incendio così come telaio, cassa e carro. Di fatto la semplicità costruttiva della macchina gioca a favore della sua conservazione e recupero. Anche questo mezzo, che ricordiamo essere unico, è stato saggiamente tutelato con apposito vincolo dalla Soprindentenza ai Beni Culturali di Trapani e sarebbe certamente auspicabile garantirne la custodia e favorirne il restauro, quantomeno conservativo.