Così come nella rete nazionale a scartamento normale anche sulle ferrovie a scartamento ridotto vi era necessità di mezzi per il soccorso e il recupero di rotabili sviati o incidentati; i deragliamenti avvenivano soprattutto a causa di piccoli smottamenti del rilevato ferroviario o per la non accurata manutenzione del binario anche se fortunatamente non si sono mai registrati incidenti gravi. Per il recupero dei rotabili sviati vennero realizzati quattro appositi carri gru classificati GRU 80.100, probabilmente costruiti nella prima metà degli anni ’10 del novecento; questi curiosi e arcaici mezzi di soccorso potevano sollevare fino a 4 tonnellate di peso dislocato, che aumentava a 5 ton. se si ricorreva all’uso di puntoni. Durante i sollevamenti il carro veniva immobilizzato tramite zeppe e tenaglie. Grazie agli ingranaggi costituenti la poderosa demoltiplica e servendosi dei puntoni una singola persona era in grado di sollevare, da sola, più di una tonnellata! Il carro GRU era messo in composizione ad altri veicoli che costituivano di fatto un convoglio di servizio: vi erano infatti uno/due carri chiusi Gv utilizzati per il trasporto del corredo di attrezzi della gru, un pianale con funzione di carro-scudo per assicurare il braccio della gru durante il viaggio e, qualora l’eventuale incidente avesse compromesso l’armamento o nel caso in cui si fosse dovuto risollevare un rotabile, veniva anche agganciato un carro carico di traversine e piastre.
Spesso, per piccoli deragliamenti, non si arrivava ad usare la gru, veniva impiegata quindi la classica attrezzatura presente sul treno soccorso ovvero binde, maglioni di traino, cunei e zeppe, catene e cavi, martinetti, leve, ganci, zappe, piastre e chiavarde; in pratica tutto ciò che serviva a recuperare un rotabile ieri… ed oggi. Il colore dei carri attrezzi vedeva il grigio utilizzato per la cassa ingranaggi della gru vera e propria mentre il sottocassa era nero e il tettuccio di colore alluminio. I carri GRU furono assegnati a Castelvetrano, Palermo S.Erasmo, Piazza Armerina e Lercara Alta, mentre i carri attrezzi, oltre alle località citate, sostavano anche in altri punti strategici della rete, per semplificare e velocizzare il servizio di soccorso.
Ad oggi, di questi caratteristici mezzi, ne rimane solo uno, l’unità GRU 80.113, accantonata a Castelvetrano e preservata con apposito vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani.